Creare un marchio, un prodotto, plasmarlo, rivestirlo di stile e di unicità. Un modus operandi per un gioiello, un abito, un accessorio, un oggetto di design. Ma anche un’automobile, un club, un resort, un ristorante di lusso oppure un hotel. Creatività quindi, pura creatività a volte proiettata verso la nicchia, una limited edition, a volte invece verso un tipo di mercato più commerciale, accessibile e fruibile da chiunque. E il tutto con un obbiettivo imprenditoriale mirato, ben preciso e concreto, ovvero: vendere, fatturare e far crescere il proprio business.
Il concetto è chiaro ma a volte completo solo a metà e perciò non efficace. Da qui marchi che falliscono, progetti che svaniscono, operazioni imprenditoriali che muoiono dopo pochi mesi. Come mai? Perché imprenditore non significa essere venditore ma soprattutto non significa essere un comunicatore. Viviamo in un’epoca in cui “esistere” vuol dire essere in grado di comunicarsi agli altri. Lo stesso vale per un’azienda, che esiste nella misura in cui la sua immagine viene trasmessa, riconosciuta e protetta, anche da un punto di vista legale.
In questo articolo parliamo di:
Strategie per la visibilità
Creare è fondamentale, ma per sopravvivere e crescere è indispensabile trasformarsi in un brand, attraverso una solida strategia di branding, o meglio ancora, di brand building. Vale a dire, costruire con coerenza e visione la propria identità di marca.
È proprio in un contesto saturo e pieno di déjà-vu che entra in gioco una figura fondamentale. Qualcuno che affianchi l’imprenditore, orgoglioso del proprio prodotto e percepito da lui come innovativo, ma che agli occhi del cliente appare datato e poco attuale. Questo è il lavoro dell’ufficio stampa, il cui compito consiste nel saper trovare una chiave comunicativa che supporti il marchio. Così, quest’ultimo diventa brand, unico e desiderabile, acquisisce una sua brand awareness e tocca un target di riferimento. in poche parole creando attorno al marchio un’atmosfera da sogno e di alta visibilità.
Le strategie che permettono ad un marchio di ottenere un’atmosfera da sogno e di alta visibilità sono molte. Operazioni di product placement con celebrities, attori, cantanti, attrici e magazines che puntano a diventare quasi un palcoscenico di attrattiva per il target scelto dall’imprenditore. Un’ottima base di partenza che già costituisce un valore fondamentale per chi abbia come obiettivo la conquista di nuovi mercati.
Tuttavia, spesso si trascura un anello cruciale di questa catena produttiva, ossia il supporto di una consulenza esperta.
I pilastri della consulenza aziendale
A chiarire meglio la questione è l’Avvocato Giulio Iannotta, avvocato d’impresa, esperto nella relazione banca cliente e autore dei libri “Come si cambia” dedicato ai processi di cambiamento personali e di impresa e “Sulle banche e sul denaro” dedicato alla relazione dell’uomo con lo strumento del denaro.
“Nel concetto di consulenza rientrano molteplici sfere di intervento: due campi in particolare devono essere monitorati dall’imprenditore e supportati con consulenza continuativa. Il primo campo è quello della relazione banca cliente e del rapporto dell’imprenditore con il denaro dell’azienda. L’esperienza ventennale nel settore e la casistica di riferimento – dice l’Avvocato Giulio Iannotta – mi hanno insegnato che se l’imprenditore non inquadra correttamente il rapporto con le banche e non monitora i flussi di cassa, ciò che entra e ciò che esce nelle casse dell’impresa, non può programmare con consapevolezza costi, margini né tantomeno la crescita che è frutto di pianificazione e non di improvvisazione”.
Il secondo campo decisivo per una impresa che voglia crescere e consolidare i risultati è quello della contrattualistica. “Ogni attività che comporti un rischio di impresa deve passare attraverso accordi commerciali da formalizzare attraverso lo strumento del contratto: si pensi alle locazioni dei locali commerciali, ai rapporti con fornitori e terzi in genere. Questo per ridurre al massimo il rischio di contenzioso che è sempre dietro l’angolo quando si intraprendono rapporti commerciali con altri operatori”.
Importanza di lavorare per obiettivi
“Ho osservato – continua Iannotta – apprendendo da imprese virtuose in cui anche io ho potuto fornire supporto consulenziale che quando all’interno dell’impresa si lavora per obiettivi adottando modelli organizzativi, il discostamento tra obiettivo e risultato è sempre minimo. Laddove invece si privilegia o si enfatizza l’aspetto comunicativo del brand aziendale senza preoccuparsi di aspetti importanti quali cassa, costi, preventivi, banche , soldi e investimenti, i guai non tardano a farsi vivi e si deve ricorrere egualmente a figure come avvocati, fiscalisti, notai ma per fronteggiare criticità già sorte e con costi molto superiori per le consulenze e tutele necessarie.”
Infine, in diverse società, non solo operanti nel settore moda, Iannotta ha constatato che anche lo strumento del coaching ha dato ottimi risultati. “Il coaching ha consentito di sviluppare capacità, risorse e competenze delle singole persone coinvolte nei ruoli chiave dell’azienda che sono state poi trasferite ai lavoratori coinvolti nel processo produttivo aziendale con risultati davvero ottimi in termini di visione aziendale, produzione e condivisione del brand”.
Il valore della consulenza
A parere dell’avvocato Iannotta, quando si lavora con delle guide il risultato è programmato in anticipo perché è frutto di un metodo di lavoro e la consulenza globale è quanto mai necessaria per le imprese moderne che devono strutturarsi per vincere le sfide del mercato. A volte è una necessità per non perdere quote di mercato e rischiare di uscire troppo presto da un mercato competitivo.
Gli esempi positivi a riprova del valore della consulenza non mancano e non stupisce il fatto che a parità di settore vi siano aziende che fanno enormi passi in avanti e altre che restano ferme al palo dando la colpa della mancata produttività a terzi ed in particolare a banche e fisco.
“Di esperienze che confermano il valore del supporto consulenziale ne ho tante – racconta l’avvocato – Ricordo il lavoro fatto insieme ad altri professionisti per una piccola azienda operante nel settore moda. Ci preoccupammo di far procedere l’attività su tre filoni: la consulenza legale e gli aspetti relativi ai rapporti con le banche e con gli altri professionisti,la comunicazione e il coaching. I progressi e le aree di miglioramento in un anno di attività furono notevoli in tutti i settori in cui vi fu il supporto consulenziale, segno che a volte anche i piccoli possono ragionare e comportarsi da grandi. Basta volerlo e avere le idee chiare, anzi spesso il piccolo imprenditore non ha le idee chiare ma una idea di impresa e grazie al supporto professionale procede in modo più spedito verso una direzione. Così, anche progetti nati senza troppa chiarezza sfociano in risultati concreti e indicano a chi fa impresa se la strada percorsa è quella giusta o richiede un cambio di direzione”.
L’isolamento professionale, un ostacolo alla crescita aziendale
Alla domanda se vi siano molti professionisti che operano con questo metodo, l’avvocato ha affermato: “Purtroppo no, molti professionisti per quanto preparati e competenti tendono ad isolarsi e a non offrire servizi globali e così non sono di aiuto all’impresa perchè restano fuori dall’organizzazione e dalla visione aziendale. Se avessi un’impresa nel settore moda, la consulenza legale l’affiderei al mio studio. Per la comunicazione, sceglierei il Dott. Marco Loriga da Milano, e per l’organizzazione e il coaching il Dott. Flavio Nigro da Napoli. Sono tutte figure professionali di rilievo, abituate a lavorare in team”.
Insomma il fai da te per chi vuole sviluppare una impresa non ha futuro e le storie vincenti si scrivono con il lavoro fatto con continuità e metodo verso una direzione. In tre parole “Grandi si diventa”.