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Gli stranieri in Italia: Dossier Immigrazione /2

Analizziamo ora, dopo averlo presentato in via generale (Dossier Immigrazione /1), il tema dell’immigrazione in Italia in correlazione ad alcuni aspetti sociali di fondamentale importanza iniziando dal lavoro.
Alla fine del 2007 erano circa 2.704 450 gli occupati nati all’ estero registrati presso l’ INAIL (il dato si riferisce anche a chi nel corso dell’ anno ha lavorato poche settimane) dei quali 1.320.608 assunti proprio nel corso del 2007, e 599.466 ( il 45,4%) nuovi assunti, ossia gente che non aveva mai avuto un rapporto di lavoro regolare in Italia.
La loro incidenza sull’ indice di occupazione complessiva si attesta al 6%, la percentuale di occupati rispetto al numero totale di cittadini stranieri è del 67,1%; il numero cresce se prendiamo in esame solamente la componente maschile ed arriva anche all’ 88%, mentre il tasso di occupazione delle donne straniere è fermo al 51%.

Settori di impiego degli immigrati in Italia:

Ciò a testimonianza di come il fenomeno migratorio comprenda si entrambi i sessi, ma in molti case le donne che intraprendono questo percorso lo fanno soprattutto per ricongiungimento familiare, ossia per raggiungere il proprio marito dopo avergli dato il tempo di assestarsi nel nuovo contesto e trovare un lavoro soddisfacente.
Entrando un po’ più nello specifico dei tipi di occupazione che si registrano per i cittadini stranieri in Italia, annotiamo che circa il 70% degli immigrati ha un lavoro operaio, artigiano o non qualificato e questo accade molto spesso anche per chi sbarca in Italia portandosi in dote un titolo di studio specializzato conseguito nel proprio paese; solamente il 10% risulta infatti avere un lavoro qualificato.
La maggior parte lavora come dipendente (84,4% a fronte di 73,2 per gli italiani) e tra questi il 71,9% a tempo indeterminato, il 12,5 % a termine. Del totale di cittadini stranieri occupati, il 40,4% lavora nell’ industria, il 20 % in un settore collegato ad attività commerciali e servizi, il 3,5% nell’agricoltura.
Quello degli immigrati e del settore agricolo è un connubio molto frequente, un clichè assai dibattuto quando si parla di migrazioni in Italia: vi lavorano 1.142 665 totale di stranieri, dei quali 98 270 non comunitari. Tra questi ultimi, al primo posto vi è la comunità albanese (14 665) seguita da quella indiana (9831) e marocchina (8851).
Analizzando il tema del lavoro in rapporto alle entrate fiscali garantite al nostro stato bisogna sottolineare come sia fondamentale l’apporto che i lavoratori immigrati danno all’economia nazionale e come attualmente larga parte dei sistemi economici locali italiani avrebbe problemi seri produttivi se dovesse rinunciare alla forza lavoro immigrata: il contributo al PIL da parte degli immigrati, è stato nel 2006 del 9,2% del suo totale, con retribuzioni erogate di circa 13.536.616.000 euro per 1.348.000 occupati alla retribuzione media di 10.042 annue pro capite.

Tasse e sindacati:

Ne deriva un conseguente prelievo IRPEF (imposta sul reddito delle persone fisiche) di 3.113.421.680 euro. Considerevole è anche il numero di immigrati regolarmente iscritto all’INPS, che è andato aumentando di anno in anno: se nel 2002 era di 1.359.757, nel 2005 è arrivato a 1.548.258; nel 2006 a 1.579.072. A questa data gli iscritti sono per il 92,8% lavoratori dipendenti, per il 7,2% autonomi. La comunità che vanta più iscritti è quella rumena (222.555) seguita dall’albanese (172.116) e marocchina 94.140. Il discorso immigrati e lavoro si può completare prendendo in esame altri due aspetti fondamentali: quello dei sindacati e quello degli infortuni sul lavoro.
Partendo dal primo, a fine 2007 il totale di stranieri iscritti a sindacati confederali era di 734.591, quasi 100.000 unita in più rispetto all’anno precedente. A questa vanno aggiunti altri 79.729 aderenti al UGL (unione generale del lavoro) che ha al suo interno una struttura denominata SEI (sindacato emigrati ed immigrati); il totale è quindi di 814.311 totali iscritti.
Per quanto concerne gli infortuni sul lavoro, nel 2007 il numero complessivo di quelli denunciati all’ INAIL è stato di 912.615 di cui 1.170 mortali. Tra questi, 140.579 riguardanti lavoratori stranieri, dei quali 108.484 extracomunitari. Il numero più alto di infortuni spetta ai marocchini (23.327) seguiti dai rumeni (17832) ed albanesi (15 015); in relazione a quelli mortali, al primo posto troviamo i rumeni (41) poi i marocchini (23) ed albanesi (18). Da segnalare che il numero di morti albanesi era stato tra i più alti negli anni precedenti: 36 nel 2003, 24 nel 2004, 20 nel 2005, 22 nel 2006, 18 nel 2007. Nel totale, si contano 2.985.851 lavoratori stranieri assicurati all’ INAIL.

Immigrati ed impresa:

In correlazione al tema del lavoro vi è quello delle imprese: al 2007 sono 6.133.429 le imprese registrate delle quali l’ 84,3% attive. A metà 2008 gli imprenditori stranieri in Italia sono risultati 165.114 (triplicati rispetto al 2003); i soci 52.715 e le altre figure societarie 85.990 per un totale di 303.279 persone. Il totale, è aumentato di circa un sesto rispetto ad un anno prima. La più alta concentrazione di imprese di stranieri si ha nell’ industria (il 50,6% del totale di imprese di industria presenti in Italia), nell’ edilizia (il 39,1%), nel commercio (35%). Tra le nazionalità più attive, al primo posto il Marocco (27.952 aziende); poi la Romania (23.554); Cina (22.486): Albania (17.913). La dislocazione delle imprese di stranieri sul territorio nazionale vede Milano al primo posto (17.297 imprese) seguita da Roma (15.490) e Torino(11.662).
Avendo accennato agli introiti garantiti dalla presenza di stranieri sul nostro territorio, il discorso non sarebbe completo se non calcolassimo anche il costo che gli immigrati portano al nostro paese in termini di spese, servizi sociali, accoglienza ecc. Purtroppo in questo caso non si possono avere numeri certi sull’incidenza degli immigrati sulla spesa dello stato, ma si può stimare orientativamente che questa vada da un minimo del 4% ad un massimo del 20 % delle entrate fiscali garantite dagli immigrati.

Immigrati ed immobili:

Chiudiamo questa parte del dossier sull’immigrazione parlando di abitazione: tra il 2004 e il 2007 è stato registrato un aumento del 22,7% di compravendite immobiliari effettuate in Italia da cittadini stranieri.
Il numero è anche andato in calo a fronte del rallentamento attuale del mercato immobiliare che ha colpito a livello globale. Le richieste maggiori riguardano bilocali o trilocali da 50 a 80 mq; la maggior parte degli acquirenti cerca di sparpagliarsi nel territorio e non è interessata esclusivamente a zone abitate solo da stranieri, fenomeno quest’ultimo che invece è molto diffuso nella comunità cinese che tende ad addensarsi solamente in alcune aree.
Gli stranieri residenti in abitazioni di proprietà sono stimati in 300. 000 mentre quelli in affitto sono 2.200 000. Il primato delle compravendite appartiene agli immigrati dell’est Europa hanno con il 37,5% sul totale; solamente nel 2007 sono state 120.000 le abitazioni acquistate da cittadini stranieri.

 

Segue: Gli stranieri in Italia: Dossier Immigrazione /3

Pubblicato in Focus

Scritto da

Giornalista indipendente, web writer, fondatore e direttore del giornale online La Vera Cronaca e del progetto Professione Scrittura

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