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Tasi: il rebus tra aliquote e scadenze

Tasi

Settembre tempo di Tasi: appena tornati dalle vacanze gli italiani si sono ritrovati una serie di scadenze in termini di tasse da dover onorare, come avevamo spiegato nelle scorse settimane (Tasse: la stangata di agosto).
Ebbene in queste ore stiamo assistendo a una vera e propria volata per quanto riguarda la Tasi, ovvero la tassa sui servizi indivisibili che va ad accorpare diversi altri oneri; volata che non riguarda, in questa fase, i contribuenti i quali ora come ora non possono fare altro che restare a guardare e attendere di scoprire quanto dovranno sborsare.
In questa fase stiamo ancora assistendo al dibattito burocratico che riguarda i singoli comuni; che sono chiamati a deliberare entro il 10 settembre in termini di aliquote e regolamenti del nuovo tributo sugli immobili per i servizi indivisibili. Una deadline che si fa sempre più prossima e che, se non venisse rispettata, porterebbe ad una ricaduta sui contribuenti che sarebbero costretti a pagare la Tasi relativa al 2014 con l’aliquota statale che in alcuni casi potrebbe risultare più conveniente, in altri potrebbe esserlo meno.
Una corsa contro il tempo in sostanza, anche perché la data del 10 settembre per inserire nel portale del federalismo fiscale del dipartimento delle Finanze le delibere con le quali si sono approvate le aliquote Tasi è improrogabile; lo stesso dipartimento delle Finanze ha precisato che non inciderà il fatto che la data per approvare il bilancio degli enti locali sia stata protratta al 30 settembre.
Questo ritardo non dovrà incidere sulla delibera per stabilire l’aliquota Tasi; ogni singolo comune dovrà stabilirla entro il 10 settembre e quindi prima della data ultima valida per l’approvazione del bilancio degli enti locali.

 

 

Cos’è la Tasi e perché si paga

Giova a questo punto ricordare cos’è la Tasi e come nasce questo provvedimento: il governo Letta aveva introdotto una semplificazione (per modo di dire) di vari imposte che prendeva il none di Iuc, Imposta Unica Comunale. Questa Iuc accorpava la vecchia Imu (imposta sulla casa), la Tari (tassa sui rifiuti) e proprio la Tasi, imposta sui servizi indivisibili. La nuova imposta complessiva sugli immobili va quindi ad accorpare queste 3 voci:

  1. Tasi: la tassa sui servizi indivisibili forniti dal comune

  2. Tari: che va a sostituire la vecchia Tarsu in quanto imposta sui rifiuti

  3. Imu: che non è stata del tutto cancellata, come in molti pensano, ma che continua a sopravvivere come imposta municipale sulle seconde case

La Tasi è quindi un’imposta istituita con la legge di Stabilità del 2014 per sostenere le spese dei comuni per i servizi cosiddetti “indivisibili”, ovvero servizi rivolti alla collettività quali manutenzione stradale, illuminazione, sicurezza, anagrafe ecc..
La novità sostanziale della Tasi è che questo onere va a gravare non più soltanto sui proprietari degli immobili, ma anche sugli inquilini seppur in percentuale minore (l’inquilino può arrivare a pagare una cifra tra il 10% e il 30% della Tasi).

 

Tasi: quando e quanto si paga

Le aliquote devono quindi essere stabilite dai comuni: entro il 10 settembre 2014 i sindaci devono (o dovrebbero) comunicare le delibere tramite le quali hanno approvate le aliquote della Tasi. A seconda delle decisioni dei singoli comuni, i contribuenti possono ritrovarsi a dover pagare:

  • entro il 16 dicembre (se il comune di riferimento ha deliberato in materia di Tasi entro il 23 maggio 2014 e i contribuenti hanno già versato l’acconto entro il 16 giugno o in altra data stabilitta dal comune stesso)
  • entro il 16 ottobre per l’acconto con saldo completo da versare entro il 16 dicembre (per i casi in cui il comune non aveva deciso nulla in merito alla Tasi alla data del 23 maggio ma ha deliberato nei mesi estivi)
  • entro il 16 dicembre in unica soluzione: si parla qui di casi limite, ovvero quelli in cui il comune non è riuscito a deliberare sulla Tasi entro il 10 settembre 2014, data decisa come limite ultimo per comunicare le aliquote. In questo caso l’aliquota della Tasi presa a riferimento per il pagamento sarà quella base, ovvero dell’ uno per mille.

In sostanza quello della Tasi è l’ennesimo provvedimento che sembra nato appositamente per generare confusione nei contribuenti italiani; che già hanno il loro bel da fare per stare dietro alle varie tasse che affliggono il nostro paese.

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Scrittore, giornalista, ricercatore di verità - "Certe verità sono più pronti a dirle i matti che i savi..."

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