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Metodo Stamina: il ministro lo vieta, parte la protesta

Che la decisione non sarebbe passata in maniera indolore era abbastanza chiaro data la delicatezza dell’argomento e come la situazione si evolverà da adesso in poi non è facile da prevedere.
Il metodo Stamina, trattamento terapeutico a base di cellule staminali per combattere determinate malattie neurodegenerative ideato da Davide Vannoni, continua a far discutere ed a dividere l’Italia scientifica e non.
In un precedente articolo avevamo spiegato che cos’è il metodo Stamina e la sua breve storia; giova ricordare, in estrema sintesi, che si tratta di un trattamento terapeutico a base di cellule staminali basato sull’estrazione di queste dal midollo osseo del paziente con successivo reinserimento nel paziente stesso.
Il metodo è stato importato in Italia da Davide Vannoni, professore di psicologia generale presso l’Università di Udine, a seguito di un’esperienza personale in Ucraina dove, a causa di una paralisi facciale, nel 2007, si era recato per sottoporsi ad un trattamento con cellule staminali.

Metodo Stamina: l’opinione pubblica è spaccata

A seguito di quel viaggio Vannoni aveva importato il metodo in Italia e da allora è iniziato un iter fatto di inchieste, accuse, rinvii a giudizio e quant’altro; si parla di uso di cellule staminali al di fuori dei protocolli sperimentali previsti dalla legge, accuse per aver promesso la cura a molte malattie neurodegenerative previo esborso di cifre altissime, ipotesi di reato di somministrazione di farmaci imperfetti e pericolosi per la salute pubblica.
L ’opinione pubblica si spacca a metà tra chi è convinto che si tratti di una potenziale truffa e chi, viceversa, vede nel metodo Stamina una cura efficace se non addirittura miracolosa.
Scuola di pensiero, quest’ultima, che viene amplificata dalla trasmissione Le Iene nell’Aprile 2013 a seguito di un servizio nel quale si racconta la storia della piccola Sofia, una bimba affetta da leucodistrofia metacromatica, una grave malattia neurodegenerativa per la quale la medicina ufficiale non prevede alcuna cura sperimentale.
Durante quel servizio, Le Iene raccolgono la testimonianza dei genitori della piccola Sofia e dimostrano come l’utilizzo del metodo Stamina sulla piccola (ed anche su altri bambini affetti da diverse malattie neurodegenerative) avesse portato alcuni risultati insperati.

Il parere negativo del Comitato scientifico:

Proprio dalla piccola Sofia e dai suoi genitori ripartiamo per raccontare la cronaca delle ultime ore che ci parla di una protesta a seguito delle decisione del ministro della Salute Lorenzin di sospendere la sperimentazione del metodo Stamina. Decisione arrivata come logica conseguenza del parere del Comitato scientifico nominato ad hoc per fornire un’opinione su questa controversa cura; prima dell’estate il Parlamento aveva infatti approvato all’unanimità l’avvio della sperimentazione clinica del metodo ideato da Vannoni ed a giugno il ministro Lorenzin aveva nominato un apposito comitato scientifico per seguire la sperimentazione del metodo Stamina e le varie fasi della ricerca.
Ebbene, a metà settembre circa il comitato scientifico si era espresso in maniera negativa sulla cura definendo il metodo Stamina caratterizzato da “potenziali rischi”, “inadeguata descrizione” e “insufficiente definizione del prodotto” e privo di alcuna consistenza scientifica.
Un parere quello del comitato scientifico che non era vincolante e basandosi sul quale avrebbe dovuto essere lo stesso ministro della Salute a prendere una decisione. Decisione che arriva in data 10 ottobre e, con la quale, il ministro Lorenzin decide di fermare la sperimentazione del metodo Stamina; dando il via a diverse proteste da parte dei malati e dei famigliari.

Protesta pro Stamina:

Nelle scorse ore nel centro di Firenze centinaia di persone hanno dato vita ad un corteo per manifestare contro la decisione del ministro; tra queste, anche la piccola Sofia con i genitori ed altri bambini malati che grazie al metodo Stamina avrebbero registrato miglioramenti della loro condizione.
Sono infatti diversi i genitori di bambini malati che affermano di aver trovato un qualche giovamento da questa cura sperimentale, l’unica attualmente a disposizione per determinate patologie neurodegenerative, e che adesso si trovano spiazzati dalla decisione di sospendere la sperimentazione del metodo Stamina. Che per la scienza resta superficiale, privo di fondamento scientifico e potenzialmente dannoso; mentre per i famigliari dei malati sottoposti alle cure si tratterebbe di una cura compassionevole che avrebbe portato miglioramenti concreti sui malati.
Staremo a vedere cosa accadrà in futuro; la sensazione è che, come spesso in Italia, si resterà divisi e spaccati tra i due opposti: ovvero tra chi parlerà del metodo Stamina come di una cura miracolosa e chi, viceversa, lo descriverà come fumo negli occhi.

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