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Immigrati: class action contro inefficienza P. A.

Che la pubblica amministrazione non sia una macchina che funzioni, nel nostro paese, in maniera impeccabile è un dato ormai acquisito e risaputo; chi si è recato almeno una volta nella sua vita in uno dei tanti uffici pubblici, ha richiesto un documento o anche, più semplicemente, ha cercato di contattare telefonicamente i numeri che dovrebbero rispondere al cittadino comprende bene di cosa stiamo parlando.
Tra le categorie più svantaggiati vi possiamo sicuramente inserire quella degli immigrati, costretti dal loro stesso status a girare, più di altri, di ufficio pubblico in ufficio pubblico per varie tematiche: dalla regolarizzazione della propria posizione al perseguimento della cittadinanza italiana, passando per i ricongiungimenti familiari e rinnovo o rilascio del permesso di soggiorno, sono molte le pratiche da sbrigare e le attese da sopportare, come avevamo documentato passando una mattinata intera all’interno dell’ ufficio immigrazione (leggi: Una mattina all’ufficio immigrazione).

 

Rispettare tempi e modi anche per gli immigrati:

In  virtù di questa situazione la Federconsumatori e l’ Inca (Istituto Nazionale Confederale Assistenza che difende i diritti di lavoratori e cittadini) hanno lanciato nelle scorse ore una serie di class action per ripristinare i diritti degli immigrati nel rispetto sia dei tempi che dei modi previsti dalle normative nazionali: in sostanza un’ azione collettiva per  tutelare i diritti degli immigrati.
Sono 63 in tutto gli immigrati coinvolti al momento in questa iniziativa, ma presto il numero potrebbe diventare più corposo: la prima azione legale collettiva contro un’amministrazione pubblica, si legge dal comunicato dell’ Inca, pubblica riguarda il diritto di cittadinanza, i cui tempi di attesa per il riconoscimento sono ben lontani dai due anni previsti dalla normativa legislativa.
La seconda class action ha a che fare con il riconoscimento dei permessi di soggiorno per lungo soggiornanti, che dall’ ‘8 gennaio 2007 hanno sostituito le carte di soggiorno per cittadini stranieri; questo nuovo tipo di permesso di soggiorno è a tempo indeterminato e può essere richiesto solo da chi possiede un permesso di soggiorno da almeno cinque anni. Anche in questo caso, sostiene l’Inca, le attese sarebbero piuttosto lunghe ed i disservizi della pubblica amministrazione molteplici. 

 

Immigrati e burocrazia:

Da questa presa in carico della problematica nasce e si sviluppa l’idea di promuovere una class action per ristabilire i diritti dei cittadini immigrati che spesso si perdono nella burocrazia ed inefficienza della pubblica amministrazione italiana; importante sottolineare come l’azione collettiva sia rivolta contro le inefficienza della pubblica amministrazione e non sia, di conseguenza, una class action di mercato quale quella che potrebbero intraprendere una serie di risparmiatori truffati.
Dal 1 gennaio 2010 infatti, con l’entrata in vigore delle Legge 4 marzo 2009 n. 15 in materia di efficienza della pubblica amministrazione, è operativa la class action nel settore pubblico in materia di efficienza della pubblica amministrazione; l’obiettivo è il coinvolgimento degli utenti dei servizi pubblici nella valutazione dei prodotti resi dalle pubbliche amministrazioni consentendo loro di agire in giudizio nei confronti di queste in caso di violazione degli standard qualitativi ed economici.
Il tutto per rendere le performance della pubblica amministrazione migliori e più soddisfacenti. Esattamente quello che è accaduto nel caso dell’ azione collettiva proposta da Inca e Federconsumatori contro le le inefficienze dell’amministrazione pubblica accusata in questo caso, dai promotori dell’ iniziativa, di non aver applicato come dovrebbe le regole per il rispetto dei diritti degli immigrati.

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