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Farmaci generici: solo 1 paziente su 10 li usa

Solo 1 paziente italiano su 10 utilizza farmaci generici;una media ancora bassa se rapportata a quella europea (è di 5 cittadini su 10), ma che tuttavia ha compiuto notevoli passi avanti rispetto a dieci anni fa quando questi farmaci vennero introdotti nel nostro paese e la media di cittadini che ne facevano uso era di 1 su 100.
Il dato emerge dal  nuovo volume “Farmaco Generico, un cammino lungo dieci anni; I protagonisti si raccontano”, che ripercorre la storia dei farmaci “unbranded” dal loro ingresso ufficiale in Italia, con la legge 405 nel 2001, fino ai giorni nostri.
I farmaci generici o farmaci equivalenti sono, in sostanza, la “copia” di una specialità medicinale registrata il cui brevetto è scaduto e devono presentare lo stesso principio attivo; ciò che li differenzia, come accennato, è che sono privi di protezione brevettuale, caratteristica che ne permette quindi la produzione del generico a qualsiasi impresa.
I farmaci generici come noto consentono un notevole risparmio (il prezzo al pubblico dei medicinali generici, per legge è stabilito in almeno il 20% in meno rispetto al medicinale innovatore) pur garantendo la medesima sicurezza ed efficacia al paziente; ad oggi tuttavia, solo per il 13% dei principi attivi in commercio esiste il generico corrispondente.

 

Farmaci generici in Italia:

Secondo un rapporto Censis infatti, più del il 50% degli italiani ha incrementato nell’anno 2009 il ricorso ai farmaci fuori brevetto mentre, ad essere prevenuti verso queste categorie di farmaci, sono soprattutto i medici che devono prescriverli; nei primi sei mesi del 2010 infatti, soltanto il 15 % circa dei farmaci prescritti rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale (Ssn) era un generico.
Secondo l’associazione dei consumatori Codacons, dati questi numeri “siamo ben lungi da percentuali accettabili di stampo europeo. La realtà è che i medici di base persistono nel non voler prescrivere i farmaci equivalenti ed i farmacisti, dopo l’iniziale applicazione del decreto Storace (maggio 2005) che li costringeva ad informare il paziente della presenza in commercio dei medicinali aventi uguale composizione in principi attivi, si sono ormai dimenticati di farlo regolarmente. Per questo chiediamo al ministro della Salute Ferruccio Fazio di intervenire con un decreto che rilanci ed incentivi i farmaci equivalenti, stabilendo ad esempio sanzioni per i farmacisti che non li consigliano”.
“Il ministro Fazio – si legge ancora dal comunicato Codacons – dovrebbe affrontare anche il problema della durata eccessiva che viene concessa alle industrie farmaceutiche per sfruttare i loro brevetti, durata che ritarda l’introduzione dei farmaci equivalenti ed il conseguente risparmio.”
Tuttavia secondo gli esperti del settore, la situazione è destinata a migliorare nei prossimi due anni perché, entro il 2013, scadranno i brevetti di diversi altri farmaci  permettendo quindi l’introduzione di nuovi medicinali equivalenti sul mercato.

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