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Redditometro: al via con maggior tutela per la privacy

In materia di redditometro l’Agenzia delle Entrate alla fine ha accettato le indicazioni che le erano state mosse dal Garante della Privacy: nel calcolare le spese sostenute si avrà un occhio di riguardo per la privacy del cittadino.
L’argomento era stato oggetto di discussione in passato, da quando si parla di redditometro: che, ricordiamo, è uno strumento di accertamento del reddito per consentire al Fisco di stimare quello che è esattamente il reddito complessivo del contribuente basandosi sulle spese effettive che quest’ultimo sostiene.
In sostanza un’arma contro l’evasione fiscale che consente di mettere a paragone quanto dichiarato da un contribuente con il suo effettivo stile di vita; se i due dati non collimano, il Fisco si attiva e può convocare il contribuente chiedendo giustificazioni su questa differenza tra spese effettuate e reddito dichiarato. Una sorta di studio di settore sui singoli cittadini e sui nuclei familiari, chiamati a giustificare le spese effettuate.
Lo strumento del redditometro era stato introdotto dal decreto legge n. 78 del 2010: dopo quattro anni e vari aggiustamenti, non ultimo questo relativo alla privacy, il redditometro sembra finalmente pronto per partire.

Come funziona il nuovo Redditometro:

In una circolare dell’Agenzia delle Entrate sono stati inseriti tutti i dettagli del nuovo meccanismo di funzionamento dello strumento comprese le modifiche successive all’appunto mosso proprio dal Garante della Privacy; dopo aver recepito quelle obiezioni, nel redditometro non entreranno alcune spese quali quelle per il supermercato, per l’ abbigliamento, per calzature, alberghi e viaggi.
In generale saranno escluse tutte le spese correnti determinate con medie Istat; esattamente quelle che avevano acceso diverse polemiche nei mesi passati quando erano state incluse nel redditometro. Restano invece presenti spese quali quelle relative a mobili ed elettrodomestici; spese certe come mutui e canoni di locazione; spese per elementi certi; quote di risparmio formatesi nell’anno; quote di incrementi patrimoniali imputabili al periodo d’imposta
Altra sostanziale novità, una maggiore attenzione da parte dell’Agenzia delle Entrate per la composizione effettiva del nucleo familiare: il tutto per evitare equivoci sui contribuenti con uno scostamento individuale che trova giustificazione nel reddito complessivo dichiarato dalla famiglia.
Prima del contraddittorio quindi, sarà compito dell’ Agenzia delle Entrate approfondire la situazione relativa al nucleo familiare andando così a cancellare la problematica del disallineamento tra Famiglia fiscale (ovvero costituita da contribuente e coniuge oltre che dai figli e/o dagli altri familiari fiscalmente a carico) e Famiglia anagrafica (comprendente anche figli maggiorenni e altri familiari conviventi, nonché i conviventi di fatto, non fiscalmente a carico).

Gli accertamenti del Fisco:

Tornando al funzionamento del redditometro, il Fisco potrà eseguire un accertamento convocando il contribuente qualora tra reddito dichiarato e spese effettivamente sostenuto vi sia un discostamento dal 20% in su: se viene riscontrato questo discostamento il cittadino viene convocato per un primo confronto durante il quale deve fornire spiegazioni sulle spese effettuate fornendo anche relativa documentazione.
Spiegazioni che il Fisco naturalmente si riserva di valutare e che può, dopo una fase di analisi, ritenere adeguate o no. In caso negativo si aprirebbe una seconda fase di controlli più approfonditi; se anche al termine di questa fase l’Agenzia delle Entrate continua a riscontrare irregolarità, per il contribuente si aprirebbe l’’accertamento formale dell’Agenzia delle Entrate.

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Scritto da

La Vera Cronaca, giornale online libero e indipendente

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