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Scuola: graduatorie e concorsi, la giungla dei docenti

Nella scuola ripartono i concorsi che erano fermi dal 1999: una notizia arrivata negli ultimi scampoli dell’estate e che per molti ha il sapore della rivincita. Oltre che dell’ opportunità, dato il momento poco adatto a trovare un posto di lavoro e visto l’interminabile tunnel senza luce che spesso deve attraversare chi vuole lavorare nel mondo scolastico (come docente, ma non solo).
La data fatidica è quella di settembre 2013: per l’anno scolastico 2013-2014 saranno infatti immessi in ruolo nuovi docenti, quasi 12 mila per la precisione. Procediamo con ordine.
Entro settembre 2012 sarà pubblicato un bando da parte del Ministero dell’Istruzione per l’assunzione di 11.892 docenti; a fine ottobre quindi, ci sarà una prova di selezione dato il preventivabile elevato numero di candidati per i posti. Con l’anno nuovo, da gennaio 2013, sarà quindi svolta la prova scritta e successivamente quella orale, il tutto in tempo utile per evitare ritardi e pubblicare le graduatorie per le immissioni a partire dal 1 settembre 2013.

Come avviene il reclutamento degli insegnanti:

A questo numero di nuove assunzioni dovrebbe essere aggiunta la cifra derivante da un altro bando per una seconda selezione, probabilmente a maggio 2013, per assumere altri 12 mila docenti questa volta selezionati dalle graduatorie ad esaurimento, ovvero una sorta di anticamera dove ad oggi sono parcheggiati circa 200mila precari. Riassumendo, 12mila nuovi assunti tramite concorso e altrettanti pescati dalle graduatorie ad esaurimento.
Quello dell’immissione nel mondo del lavoro di nuovi docenti è un percorso lungo, tortuoso e che ha subìto negli anni diverse modifiche. Ricordiamo che in base al testo unico della scuola risalente al 1994 (e modificato nel 1999), il 50% dei posti a disposizione dovrebbe essere assegnato mediante concorsi per titoli ed esami, il restante 50% attingendo alle graduatorie provinciali permanenti, a cui si accede mediante concorsi per soli titoli.
Per quanto riguarda i concorsi, venivano indetti con cadenza periodica ma, tra coloro che risultavano vincitori, non tutti venivano immessi in ruolo. Solo il 50%, ovvero i primi classificati: per gli altri (pur risultati idonei) era previsto l’inserimento nella graduatoria provinciale permanente (in base al punteggio) da dove potevano solo sperare in un ‘ripescaggio’. Graduatorie che sono andate via via ‘gonfiandosi’ divenendo un purgatorio.
Queste sono le graduatorie, ovvero un incubo per chi ne è impantanato. Come se non bastasse, nel 2007 le graduatorie provinciali permanenti sono diventate graduatorie ad esaurimento, visto che nessuno può più entrarvi se non vengono prima sistemati coloro che vi gravitano da una vita. Motivo per il quale i giovani neo laureati con ambizioni di diventare docenti non vedono davanti a loro molte possibilità di accedere alla professione.

Assunzione tramite turn over:

Un meccanismo complessivo particolare e per certi versi farraginoso, il quale prevede, riassumendo, che le assunzioni a tempo indeterminato avvengano per il 50% dalle graduatorie ad esaurimento (riservate a personale abilitato, ed attualmente chiuse) e per il restante 50% attraverso concorsi ordinari (l’ultimo è stato bandito, come detto, nel 1999). Di norma anche ai concorsi ordinari possono partecipare solo coloro che sono in possesso dell’abilitazione, anche se sono previste specifiche deroghe per alcune casistiche.
Tornando alla stretta attualità è bene sottolineare che, attualmente, per essere nominati docenti si procede solo tramite turn over; ogni anno vengono infatti stabiliti quanti posti si liberano per pensionamenti o trasferimenti ad altra provincia e, sulla base di questi dati, vengono immessi i nuovi insegnanti di ruolo tenendo fermi alcuni parametri: il 50% dei posti spetta a chi ha fatto richiesta di trasferimento da altra provincia ed ai passaggi di ruolo e di cattedra; il restante 50% viene ulteriormente diviso tra docenti inseriti in graduatoria in merito al concorso ordinario, e iscritti alle graduatorie ad esaurimento.

Abilitazione all’insegnamento e TFA:

Altra questione importante in materia di docenza è quella relativa all’abilitazione all’insegnamento, fondamentale per chi vuole accedere alla professione: come si ottiene l’abilitazione all’insegnamento?
Tramite il TFA (ovvero il Tirocinio Formativo Attivo) il corso che abilita all’insegnamento nelle scuole di primo e secondo grado. Il TFA ha preso il posto delle Scuole di Specializzazione per l’Insegnamento Secondario, non più in funzione dall’anno di corso 2008-2009; per accedere ai TFA è indispensabile partecipare ad una selezione, il Ministero dell’Istruzione è responsabile della definizione dei contenuti e delle modalità di svolgimento del test preliminare per l’accesso ai corsi di Tirocinio Formativo Attivo.
Le Università determinano autonomamente i contenuti della prova scritta e della prova orale, quindi formulano la graduatoria finale per ciascuna classe di abilitazione. Graduatoria degli ammessi che si ottiene sommando, ai punteggi conseguiti dai candidati che hanno superato il test preliminare, i risultati della prova scritta e i risultati della prova orale con votazioni non inferiore a 21/30 per il test, non inferiore a 21/30 per la prova scritta e non inferiore a 15/20 per la prova orale, il punteggio attribuito all’esito della valutazione dei titoli. In caso di parità di punteggio, prevale il candidato che abbia una maggiore anzianità di servizio nelle istituzioni scolastiche; nel caso di ulteriore parità, prevale il candidato più giovane.
Come si vede, un mondo piuttosto complesso nel quale è facile perdersi e sul quale è difficile fare chiarezza a 360 gradi: per questo è auspicata, da tempo, una riforma del settore ed uno snellimento delle procedure per accedere all’insegnamento.

Pubblicato in Focus

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