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Infortuni sul lavoro: cosa spetta alla vittima

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Il nostro paese è tristemente noto per i tanti casi di infortuni più o meno gravi sul lavoro. Dall’inizio del 2022 si sono registrate crescite di incidenti sul lavoro in quasi tutti i settori produttivi con oltre 320 mila denunce di casi tra gennaio e maggio 2022. Nel 2021, sulla base di 12 mesi, erano state 1221 le denunce presentate all’Inail per infortunio sul lavoro con esito mortale e oltre 550mila quelle generiche, quindi senza esito mortale.
Numeri esplicativi che fanno comprendere ancora meglio la portata di questa problematica. Secondo quanto riportato sul sito del Ministero del Lavoro, con il termine incidente sul lavoro si intende “ogni lesione originata, in occasione di lavoro, da causa violenta che determini la morte della persona o ne menomi parzialmente o totalmente la capacità lavorativa”.
E dato che di lavoro si continua a morire e sui luoghi di lavoro si continuano a registrate tanti infortuni anche non mortali, cerchiamo di capire meglio cosa si può fare in questi casi e quali sono le misure che spettano al lavoratore che sia interessato da un episodio di questo genere.

Obblighi datore di lavoro e del lavoratore

Il datore di lavoro ha precisi obblighi che sono quello di denunciare gli infortuni che riguardino un proprio dipendente e che siano stati prognosticati non guaribili entro 3 giorni. Di contro anche il lavoratore ha obblighi, ovvero quello di trasmettere in modo tempestivo al proprio datore di lavoro il relativo certificato rilasciato dal medico curante o della struttura ospedaliera presso la quale ci si reca per farsi visitare.
Ovviamente il datore di lavoro è tenuto a garantire un ambiente il più possibile sicuro e al riparo da eventuali incidente, mentre il lavoratore deve rispettare le decisioni del suo datore e osservare in modo scrupoloso tutte le norme per la sicurezza a tutela della salute dei dipendenti dell’azienda. Una volta che l’infortunio viene refertato dall’ospedale o dal medico, il lavoratore ha obbligo di inviare la documentazione al datore, il quale deve inoltrare tale comunicazione di infortunio entro due giorni dalla ricezione. La norma prevede che il giorno dell’infortunio sia considerato lavorato e quindi debba essere pagato interamente; viceversa, i giorni successivi saranno retribuiti al 60% dello stipendio giornaliero.

Cosa spetta alla vittima di infortunio sul lavoro

Una volta che sono terminati i giorni che erano stati concessi per l’infortunio, il lavoratore si dovrà sottoporre a nuova visita presso il suo medico di famiglia, che provvederà quindi a re3digere il relativo certificato di guarigione (ove sia riscontrata). Questo certificato sarà poi consegnato all’Inail (‘Istituto nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro) o direttamente al patronato, istituto presente in Italia, che esercita funzioni di assistenza e di tutela in favore dei lavoratori.
Sarà quindi opera di questi soggetti procedere alla chiusura della prativa in via definitiva; quello che spetta alla vittima di infortunio sul lavoro è, come detto, il 60% della retribuzione a partire dal quarto giorno e fino al 90esimo giorno dopo l’infortunio. Dal novantunesimo giorno tale cifra arriverà al 75%. Tabelle stabilite per legge, anche se può essere comunque utile farsi supportare da realtà specializzate in consulenza per risarcimento infortuni sul lavoro per essere certi di effettuare l’iter in modo corretto e di ottenere il giusto risarcimento.

 

Pierfrancesco Palattella

Giornalista, Web Writer, Seo copy, fondatore di La Vera Cronaca

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