Il pensiero laterale è una modalità di ragionamento che si distacca dai percorsi logici e lineari per risolvere un problema. A differenza del pensiero verticale, che procede passo dopo passo, in modo sequenziale e analitico, il pensiero laterale si muove in direzioni inaspettate, esplorando soluzioni creative e non convenzionali.
Il concetto, coniato dal medico e psicologo maltese Edward de Bono negli anni Sessanta, ha rivoluzionato il modo di affrontare la risoluzione dei problemi, non solo in ambito scientifico ma anche nella vita quotidiana. Se il pensiero verticale cerca la soluzione “migliore” all’interno di un percorso predefinito, il pensiero laterale ha l’obiettivo di generare nuove idee, anche se a prima vista possono sembrare bizzarre o irrealizzabili e, proprio per questo si tratta di una competenza fondamentale per l’innovazione, la creatività e la capacità di adattamento, una sorta di “arte di arrangiarsi” all’italiana, in un mondo in continua evoluzione.
In questo articolo parliamo di:
I principi fondamentali del pensiero laterale
Per comprendere appieno il pensiero laterale, è essenziale analizzarne i principi cardine che lo distinguono da altri processi cognitivi. De Bono ha identificato diversi elementi che ne costituiscono la base.
1. Ricerca di alternative
Il primo è la ricerca di alternative: invece di fermarsi alla prima soluzione logica, il pensiero laterale incoraggia l’esplorazione di strade diverse, anche quelle che sembrano meno probabili, con una fase di generazione di idee che è fondamentale e non deve essere ostacolata dal giudizio.
2. Sospensione del giudizio
Un secondo principio è, appunto, la sospensione del giudizio. Per stimolare la creatività, è necessario mettere da parte le critiche e le valutazioni negative durante la fase di brainstorming. Nessuna idea è “sbagliata” in partenza ma tutte hanno il potenziale di portare a una soluzione inaspettata.
3. Provocazione
Un altro aspetto essenziale è la provocazione, con una tecnica che consiste nell’utilizzare affermazioni volutamente illogiche o assurde per rompere gli schemi mentali e forzare la mente a creare nuove connessioni. Ad esempio, la provocazione “le auto devono avere ruote quadrate” può portare a riflettere sui principi della mobilità in modi del tutto nuovi.
4. Ristrutturazione dei modelli
Infine, il pensiero laterale si basa sulla ristrutturazione dei modelli. Il cervello umano tende a creare schemi e modelli di pensiero consolidati, che possono però limitare la nostra capacità di vedere oltre, con l’obiettivo che è quello di rompere questi schemi, osservando il problema da una prospettiva completamente differente, come se lo si vedesse per la prima volta.
Tecniche per sviluppare il pensiero laterale
Fortunatamente, il pensiero laterale non è una qualità innata, ma una competenza che può essere allenata e sviluppata. Esistono diverse tecniche pratiche che aiutano a stimolare la creatività e a uscire dagli schemi mentali abituali. Una delle più famose è la tecnica dei sei cappelli per pensare (Six Thinking Hats) di De Bono, dove ogni cappello rappresenta una modalità di pensiero: il cappello bianco per i dati, il rosso per le emozioni, il nero per i rischi, il giallo per i benefici, il verde per la creatività e il blu per la gestione del processo. Utilizzare questi “cappelli” in modo sistematico permette di affrontare un problema da ogni angolazione, forzando la mente a uscire dalla sua zona di comfort.
Un’altra tecnica utile è la mappa mentale (Mind Mapping), ideata da Tony Buzan. L’approccio visivo in questione aiuta a organizzare le idee in modo non lineare, partendo da un’idea centrale e ramificandosi in concetti correlati. La sua natura non gerarchica incoraggia l’associazione libera e la generazione di un gran numero di idee in poco tempo.
Anche la tecnica del “perché?” può essere molto efficace, in quanto ponendosi ripetutamente tale domanda, è possibile risalire alla causa profonda di un problema, anziché fermarsi ai sintomi superficiali, così da comprendere meglio il problema e, parallelamente aprire anche la strada a soluzioni più radicali e innovative.
Il pensiero laterale nella pratica
Il pensiero laterale non è un concetto astratto, ma uno strumento pratico che ha portato a soluzioni geniali in vari campi. Un esempio classico è quello del problema dell’ascensore a New York negli anni Cinquanta. I residenti di un grattacielo si lamentavano per la lentezza degli ascensori. Le soluzioni iniziali si concentravano sull’accelerare i motori o installare ascensori più veloci, ma erano tutte costose e complesse. Utilizzando il pensiero laterale, qualcuno propose una soluzione inaspettata: installare degli specchi all’interno e all’esterno degli ascensori, non risolvendo quindi il problema della velocità, ma distraendo le persone, facendole percepire un tempo di attesa più breve e riducendo in modo rilevante le lamentele.
Un altro esempio riguarda la produzione del nastro adesivo. Inizialmente, il nastro veniva venduto in rotoli che si srotolavano facilmente. Tuttavia, i consumatori si lamentavano perché l’estremità si attaccava al rotolo, rendendo difficile il suo utilizzo. La soluzione logica era quella di migliorare la produzione del nastro, ma la soluzione laterale fu molto più semplice e geniale: piegare un piccolo lembo dell’estremità su se stesso, creando una linguetta non adesiva che permettesse di afferrare il nastro con facilità.
Differenze tra pensiero laterale e pensiero verticale
Per apprezzare il pensiero laterale, è utile confrontarlo con il pensiero verticale, la modalità di ragionamento più comune e consolidata. Il pensiero verticale è un processo selettivo. Come detto all’inizio, si muove verso una singola soluzione, scartando le alternative che non sembrano promettenti fin dall’inizio. È un processo sequenziale, dove ogni passo deve essere corretto e logicamente collegato al precedente e si basa sulla logica formale e sulla dimostrazione.
Il pensiero laterale, al contrario, è un processo generativo e ha l’obiettivo di creare il maggior numero di idee possibili, senza giudicarle. È un processo non sequenziale, che può fare salti logici e utilizzare la provocazione e si basa sulla creatività e sull’esplorazione, ed è spesso associato a QI alti. La sua forza non risiede nella correttezza di ogni singola idea, ma nella capacità di generare una nuova prospettiva che il pensiero verticale non riuscirebbe a raggiungere.
Entrambe le modalità di pensiero hanno la loro utilità e non sono in contrapposizione, ma complementari. Il pensiero verticale è essenziale per l’analisi e l’implementazione, mentre il pensiero laterale è indispensabile per la fase di ideazione e per superare i blocchi mentali e, alla luce di quanto detto, la capacità di alternare e integrare i due approcci rappresenta la chiave per una risoluzione dei problemi efficace e innovativa.