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Uso della rete, quanto cresce in Italia con lo Smart Working

C’è un concetto con il quale, da qualche mese, tutti abbiamo dovuto iniziare a fare i conti visto che è ormai ampiamente penetrato nella quotidianità. Si parla di smart working, il cosiddetto lavoro agile che può essere svolto anche da remoto e che è diventato una realtà consolidata durante i mesi del lock down per il Covid.
Tutto questo ha fatto sì che in Italia i numeri riferiti all’uso della rete siano schizzati in alto rapidamente, più di quanto non fosse accaduto negli anni precedenti quando la reticenza nostrana al cambiamento, unita ad una popolazione indubbiamente in là con gli anni e per questo poco incline alle tecnologie moderne, avevano lasciato al palo il nostro paese in materia di web.
In Italia è cresciuto il dato di chi fa ricorso costante al web seppur meno rispetto ad altri paesi d’Europa. Tra le motivazioni può essere annoverato il cosiddetto digital divide, visto che sono presenti diverse zone nelle quali internet non può garantire una copertura decente, soprattutto nel sud del paese e nelle isole.

Cosa fanno gli italiani su internet?

Quali sono le azioni più eseguite dagli italiani in rete? Soprattutto comunicare (le chat su tutte), fare acquisti su e-commerce, informarsi su siti e giornali. Tutto questo sospinto dall’utilizzo di smartphone, che nel nostro paese è arrivato a riguardare circa il 90% della popolazione.
Il tempo medio trascorso da un singolo utente italiano sul web è di circa 6 ora al giorno, dato in crescita, delle quali almeno 2 spese sui social network, che rappresentano il luogo virtuale prediletto di chi naviga. Crescono, alle spalle dei social, alcuni settori come il gaming (gioco online), ascoltare musica, ascoltare podcast, vedere film in rete e praticare investimenti sul web tramite piattaforme di trading online.
C’è poi il discorso dal quale si è partiti, quello dello smart working: una realtà sempre più consolidata in Italia, da dopo il Covid. Vediamo alcuni aspetti interessanti su questo argomento specifico.

Lo Smart Working in Italia

In Itali, secondo i numeri dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, nel 2021 sono stati circa 5,5 milioni gli italiani che si sono prodigati nel lavoro a distanza; un dato che è iniziato a scemare nel secondo trimestre e che ha riguardato principalmente le grandi imprese, seguite poi dalla Pubblica Amministrazione, dalle microimprese e dalle piccole imprese.
Numeri che, probabilmente, sono destinati a calare visto che da settembre 2022 vanno a decadere le varie semplificazioni che hanno regolato lo smart working durante la pandemia. In sostanza il lavoro agile sarà di nuovo regolato soltanto da accordi individuali tra il datore di lavoro e i dipendenti, un semplice accordo tra le parti che dovrà essere siglato al momento della sottoscrizione del contratto o in una fase successiva.

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Scritto da

Scrittore, giornalista, ricercatore di verità - "Certe verità sono più pronti a dirle i matti che i savi..."

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