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Scuola: docenti, supplenti e nuove assunzioni

L’avvio dell’ anno scolastico 2013/2014 è ormai alle porte e, con esso, l’immancabile strascico di polemiche, dubbi e perplessità intorno alla questione docenti; come ogni estate da diversi anni a questa parte. D’altro canto la problematica è estremamente delicata oltre che infinitamente ingarbugliata al punto che è difficile finanche cercare di darne conto o, in taluni casi, risulta complicato capirci qualcosa anche per i diretti interessati.
Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza su questo mondo così eterogeneo e complicato: nelle scorse ore è arrivato l’ok dal ministro dell’Economia all’assunzione di 11.268 docenti oltre che di 557 presidi, mentre restano al momento in sospeso le autorizzazioni per la stabilizzazione degli Ata (personale tecnico-amministrativo): 11.268 posti divisi tra docenti di scuola dell’infanzia (1.274); docenti della primaria (2.161); futuri professori delle scuole medie (2.919); insegnanti delle superiori (3.136); insegnanti di sostegno(1.648).  
Queste assunzioni fanno seguito a quanto stabilito un anno fa, nel settembre 2012 a seguito della riforma delle pensioni Monti-Fornero nell’ambito della quale furono autorizzati ed immessi in ruolo 21.112 docenti ed oltre 1.200 presidi. Numeri alti ed impossibili da raggiungere dato che il turn over si è rivelato inferiore ma tant’è. Si parla comunque di assunzioni per 11.268 docenti e 557 presidi, che non è poco.

 

Iter per diventare insegnanti:

Ricordiamo brevemente che l’iter per l’ immissione nel mondo del lavoro di nuovi docenti è piuttosto farraginosa e prevede, in base al testo unico della scuola risalente al 1994 successivamente modificato nel 1999, che il 50% dei posti a disposizione sia assegnato mediante concorso, il restante 50% attingendo alle graduatorie provinciali permanenti, alle quali si accede mediante concorsi per soli titoli; 50 e 50 graduatorie e concorso quindi, che è un modo per tenere conto di entrambe le esigenze come ha sottolineato proprio in queste ore il ministro dell’ Istruzione Maria Chiara Carrozza.
Tornando all’immissione in ruolo dei 11.268 docenti e 557 presidi, questi verranno quindi ‘pescati’ per metà tra i precari e per l’altra metà tra i vincitori dell’ultimo concorso bandito lo scorso anno dopo 13 anni di attesa (il precedente risaliva 1999); fin qui nessuna novità. La questione delicata appare essere quella relativa ai tempi dell’operazione; che sono molto stretti anche in considerazione del fatto che i posti andrebbero assegnati entro il 31 agosto. Così prevede la normativa. 

 

Neo assunti e pubblicazione graduatorie:

In pochissimi giorni quindi, si dovrà riuscire ad organizzarsi per assegnare le cattedre ai neo assunti; operazione che spetterà agli Ambiti territoriali provinciali, ovvero uffici periferici del ministero dal quale dipendono gli insegnanti, che altro non sono se non gli ex provveditorati agli studi soppressi nel 2000. Entro  il 31 agosto gli uffici scolastici regionali e provinciali dovranno assegnare i posti altrimenti, se questa operazione non dovesse esser fatta nei tempi appropriati, il posto andrebbe ad un supplente mentre il legittimo assegnatario se ne approprierebbe solamente nell’anno successivo.
In molte regioni, fanno sapere, non si riuscirà a pubblicare le graduatorie definitive entro fine agosto: per chi è in attesa del posto da anni sarebbe una vera e propria beffa, per il supplente probabilmente manna dal  cielo; perché, a loro volta, i supplenti non se la passano bene. Anche per loro pesa la mancata nomina, una mancanza che potrebbe portare ad una serie di problemi per tappare i ‘buchi’ che inevitabilmente, nelle scuole, si aprono (in tema di supplenti è di poche ore la novità che prevede, in Trentino, la chiamate dei supplenti via Sms per abbreviare i tempi).
Così  come non ci sono novità rassicuranti per il personale Ata: per loro sono state congelate 3.500 assunzioni in attesa di capire cosa ne sarà di quei professori inidonei all’insegnamento e che, in base a quanto previsto dalla spending review del governo Monti, dovrebbero passare proprio nei ruoli Ata. I sindacati già sono sul piede di guerra in attesa di capire cosa ne sarà degli attuali Ata.

 

Tirocinio Formativo Attivo:

Il fuoco cova sotto la cenere anche per gli insegnanti precari che hanno conseguito (o lo stanno per fare) l’abilitazione in corsi riconosciuti senza però ottenere l’inserimento in graduatoria; il Codacons ha anticipato che potrebbero esserci i presupposti di una Class Action, a loro il ministro dell’ Istruzione Carrozza ha replicato che “l’abilitazione non equivale al concorso, il concorso è il passo successivo, ora il reclutamento per legge funziona così. Così come esistono le graduatorie a esaurimento da rispettare, poi, quando vengono esaurite, si adotta un regime diverso”.
L’abilitazione all’insegnamento si ottiene tramite il TFA (Tirocinio Formativo Attivo), corso che abilita all’insegnamento nelle scuole di primo e secondo grado e che ha preso il posto delle Scuole di Specializzazione per l’Insegnamento Secondario; il TFA offre la possibilità di ottenere l’abilitazione e l’inserimento nelle graduatorie di istituto di seconda fascia, ma non in quelle permanenti.
Una matassa difficile da sbroglaire, una vera e propria corsa contro il tempo per rendere effettivi gli inserimenti: gli 11.268 posti inizieranno ad essere assegnati nei prossimi giorni suddivisi in parti uguali tra i vincitori del concorso e i precari inseriti nelle liste provinciali. Si passerà quindi alla nomina dei supplenti che dovrebbero arrivare in cattedra prima dell’inizio delle lezioni.

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