Seguici su:

Archivio Notizie

Letto 3600 Volte
Condividi

Otto scienziati italiani sul tetto del mondo

Ci sono anche otto italiani tra i 400 migliori scienziati del mondo: a decretarlo è stato uno studio americano pubblicato sull’European Journal of Clinical Investigation, studio che ha una grande importanza in quanto la valutazione presentata prende in considerazione non soltanto i singoli ricercatori ma anche le università ed i vari enti di ricerca.
Lo studio ha inoltre un impatto diretto e concreto su alcuni aspetti fondamentali in quanto da questa classifica derivano conseguenze importanti per quello che riguarda finanziamenti e reclutamento di nuovi docenti, oltre che selezione di studenti più qualificati.
Per dirla in termini più semplici, da questa classifica dipende la gestione dei fondi della ricerca oltre che una migliore efficienza nella valutazione dei ricercatori. Meritocrazia, in sintesi, di cui si parla spesso talvolta anche a sproposito. O in maniera populista.
Come d’altra parte si fa spesso e volentieri parlando di un altro tema usato ed abusato: quello della fuga dei cervelli Che sia quest’ultima una consuetudine troppo spesso praticata è cosa nota ma non sempre, come talvolta si cerca di far credere, chi va all’estero è un cervello e chi resta in Italia è uno sprovveduto. Come dimostrato proprio dallo studio americano pubblicato sull’European Journal of Clinical Investigation.

 

Chi sono gli 8 italiani tra i 400 scienziati migliori al mondo: 

Detto del bel risultato per il nostro paese che ‘piazza’ otto scienziati tra i 400 migliori del mondo, va sottolineato come sei di questi lavorino in Italia, e soltanto due all’estero. Per l’esattezza, dei sei che sono qui in Italia ben cinque lavorano in Lombardia, uno a Pozzuoli; i due emigrati all’estero sono nell’Ohio e in California.
Andiamo a vedere meglio chi sono questi sei scienziati inseriti nell’elenco dei 400 migliori al mondo: si tratta di:

  1. Alberto Mantovani, primo della lista, professore di Patologia Generale all’Università di Milano e direttore scientifico dell’Istituto Clinico Humanitas;

  2. Antonio Colombo, professore dell’Università Vita-Salute San Raffaele;

  3. Giuseppe Remuzzi dell’Istituto Mario Negri di Bergamo;

  4. Giuseppe Mancia dell’Università di Milano Bicocca;

  5. Vincenzo Di Marzo del CNR di Pozzuoli;

  6. Alberto Zanchetti dell’Università degli Studi di Milano;

  7. Carlo Croce all’Università dell’Ohio, uno dei due italiani emigrati all’estero e presenti in questa lista di eccellenze;

  8. Napoleone Ferrara della Genentech Incorporated di San Diego, il secondo emigrato della lista.

 

Mancano scienziati stranieri che lavorano in Italia:

Detto in apertura dell’importanza di questa ricerca, che sancisce come anche in Italia siano presenti eccellenze nel campo della scienza, va segnalato il fenomeno opposto; ovvero in questa classifica non sono presenti scienziati stranieri che lavorano in Italia.
Che, tradotto, significa che se l’Italia riesce, leggendo questi risultati, quantomeno a trattenere alcuni dei suoi cervelli non facendoli fuggire tutti, tuttavia non è ancora in grado di importare eccellenze dall’estero. È un problema di scarsa attrattività al di fuori dei confini italici, tanto delle nostre università quanto del nostro sistema.
Chiudiamo ricordando la metodologia che è stata seguita per stilare questi risultati: si è partiti da un database contenente i dati di tutti gli autori di articoli scientifici, ovvero all’incirca 15.153.100 nomi. Per ciascuno di questi è stato quindi calcolato il numero di articoli pubblicati nel periodo che va dal 1996 al 2011 e le citazioni avute da questi articoli.
Incrociando questi dati si è giunti al dato definitivo sul lavoro dei singoli scienziati per arrivare a tracciare, alla fine, la lista dei 400 migliori ricercatori con pubblicazioni nel campo biomedico. Lista che ha dimostrato come gli italiani abbiano un ruolo di tutto rispetto nel campo scientifico e come si possa fare bene senza dover necessariamente emigrare; se solo si credesse un po’ di più nelle nostre potenzialità e si investisse maggiormente per contribuire a svilupparle, probabilmente questi risultati potrebbero anche migliorare.

Pubblicato in Archivio Notizie

Scritto da

Giornalista indipendente, web writer, fondatore e direttore del giornale online La Vera Cronaca e del progetto Professione Scrittura

Potrebbe interessarti

Lascia un commento

Seguici su: