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Documento unico dell’auto: cosa cambia per i consumatori

Tra rinvii e attese di anni si torna a parlare del provvedimento finalizzato a dar vita al cosiddetto documento unico dell’auto. Una riforma tanto attesa e che più volte era stata annunciata in passato.
Tutto nasca da una anomalia interamente italiana, ovvero la presenza di due registri automobilistici distinti per la medesima funzione: il Pubblico registro automobilistico (Pra) gestito dall’Aci; e l’Archivio nazionale dei veicoli (Anv) della Motorizzazione.
Ebbene il registro unico di Aci e Motorizzazione dovrà ancora attendere; per il momento non è prevista l’unificazione, bensì un’interconnessione tra i due database che resteranno comunque distinti.

Aci e Motorizzazione: due registri per compiti simili

Ed è proprio questo uno dei tanti sprechi italiani: nel nostro paese esistono due enti che svolgono funzioni simili. La Motorizzazione civile fa capo al Ministero dei Trasporti: istituita in epoca Fascista, ha compiti di controllo sui veicoli a motore e sui loro conducenti, come ad esempio la revisione dei veicoli circolanti; il rilascio delle patenti di guida.
Viceversa l’Aci è un ente pubblico non economico autofinanziato che esiste addirittura dal 1905; il suo compito è gestire il Pubblico Registro Automobilistico (Pra); gestire le varie tasse automobilistiche e l’Ipt (Imposta Provinciale di Trascrizione).
A provocare ulteriore caos è il fatto che i due enti emettono due differenti documenti, necessari e obbligatori entrambi per chi abbia un veicolo. Si tratta della carta di circolazione, rilasciata dalla Motorizzazione civile; e del certificato di proprietà, rilasciato invece dall’Aci e che dall’ottobre 2015 è in formato telematico.

Carta di circolazione e certificato di proprietà:

I due enti per redigere i rispettivi documenti, attingono ad altrettanti database: la Motorizzazione si basa sull’Archivio Nazionale mentre l’Aci si basa sul Pra.
E questi due database resteranno, malgrado la riforma, esistenti e distinti; unica cosa, aumenterà la possibilità di interazione tra di loro poiché saranno interconnessi.
Per quanto riguarda invece l’unificazione di carta di circolazione e certificato di proprietà, è questa la vera novità del provvedimento. La norma contenuta nella riforma Madia ha infatti sancito l’unificazione dei due documenti collegati a ogni auto.

Il nuovo documento unico di circolazione:

Il nuovo documento unico di circolazione, che unirà quindi carta di circolazione e certificato di proprietà, sarà attivo da metà 2018. Nell’ultima versione del decreto attuativo, dopo una serie di modifiche, si è andati a indicare con esattezza il risparmio finale per i cittadini dal punto di vista economico.
Per chi compra un’auto nuova o usata, sulla cifra necessaria per effettuare l’immatricolazione si andranno a risparmiare 32 euro in virtù della cancellazione dell’imposta di bollo che, ad oggi, viene versata al Pra per l’emissione del certificato di proprietà.
Gli altri costi di immatricolazione di un’auto, ovvero i 10 euro circa di diritti per la Motorizzazione; i 32 euro di imposta di bollo per l’emissione del libretto; i 27 euro per i costi della pratica al Pra; e i 151 euro minimo di Ipt più 42 per l’emissione delle targhe nel caso di auto nuova, resteranno inalterati.

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