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Chiude il Santa Lucia: la protesta di medici e pazienti

La Fondazione Santa Lucia Irccs (istituto di ricovero e cura a carattere scientifico) è un ospedale di rilievo nazionale e di alta specializzazione per la riabilitazione neuromotoria, conosciuto in tutta Italia per le prestazioni sanitarie di alta specialità che fino ad oggi è riuscito a fornire a moltissimi pazienti (colpiti, ad esempio, da ictus, sla o alle prese con amputazioni o stati post-comatosi).
Ebbene questo ospedale sembra avere i giorni contati, dal momento che la Regione Lazio ha un debito di oltre 90 milioni nei confronti della Fondazione. Nessuna cattiva gestione: la colpa del countdown è esclusivamente politica.
E’ la Direzione stessa dell’ospedale ad annunciare in questi giorni che l’attività di riabilitazione extraospedaliera verrà sospesa il prossimo 31 Dicembre, lasciando senza la necessaria assistenza oltre 350 pazienti, di cui 200 bambini con patologie gravi.
“La pesante esposizione nei confronti delle banche, dei fornitori e delle utenze, i debiti verso il personale da un lato e l’entità dei crediti verso la Regione dall’altro, rappresentano criticità insuperabili per l’Istituto, che ha ripetutamente presentato la situazione alla Regione con la consegna di una specifica proiezione finanziaria, aggravata ora dalla impossibilità di ottenere ulteriore credito dal sistema”, si legge in un comunicato diramato sul sito della Fondazione.

 

La Regione non paga: il Santa Lucia chiude

L’ospedale, cioè, non può più sostenere i costi necessari per il proseguimento dell’attività di riabilitazione, come segnalato fortemente anche ai rappresentanti dei dipendenti dell’azienda e ai sindacati. Già: oltre ai pazienti, anche molti specialisti addetti a cure e ricerca rimarranno senza un posto. “Se non pagano a Dicembre chiudiamo” ha detto infatti il Direttore Generale della Fondazione Santa Lucia, che ha spiegato anche come questa sarebbe sopltanto l’anticamera della chiusura totale della struttura, articolata in più comparti.
La Regione Lazio non paga da circa sei anni le prestazioni al Santa Lucia che vanta quindi un credito di circa 90 milioni di euro: la struttura è così arrivata al collasso nonostante risulti vincitrice di tanti ricorsi al Tar contro la Regione stessa. L’ospedale ha perciò bisogno di urgente liquidità e ne ha investito di responsabilità la Asl RmC, cui viene chiesto di provvedere entro fine anno al versamento di 7.700.000 euro per l’interezza delle prestazioni di riabilitazione eseguite ad oggi e, a parziale pagamento degli altri crediti del periodo 2005-2010, all’erogazione di ulteriore liquidità di almeno 20.000.000 euro per far fronte agli impegni assunti non derogabili (personale, esposizioni bancarie, Inps, fornitori).

 

Il comitato a difesa del Santa Lucia:

Nel frattempo si è costituito il “Comitato salviamo l’ospedale Santa Lucia”, che organizza già da mesi la mobilitazione dei dipendenti, pazienti, familiari e cittadini alle prese con sit- in di protesta per chiedere il versamento di emergenza in grado di salvare dal baratro l’ospedale. Un raduno molto importante ci sarà proprio oggi, martedì 29 Novembre, alle ore 16.00 davanti la sede della regione Lazio, in via Rosa Raimondi Garibaldi n° 7.
E’ paradossale ricordare come fu proprio Renata Polverini che in campagna elettorale si spese in difesa della struttura, centro di eccellenza e risorsa fondamentale per la sanità, non solo del Lazio. Perché la Regione non interviene per impedirne la chiusura? Che fine hanno fatto, oltre ai soldi, i buoni propositi della politica?

Pubblicato in Archivio Notizie

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Nata a Roma nel 1984. Laureata in Lettere. Blogger e collaboratrice giornalistica

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