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Canone Rai, si cambia; si pagherà di meno e in base al reddito

Canone Rai

Potrebbe esserci una rivoluzione in arrivo in materia di canone Rai, l’imposta sulla detenzione di apparecchi atti o adattabili alla ricezione di radioaudizioni televisive nel territorio italiano. La normativa attuale in materia di canone Rai affonda le radici niente meno che in un regio decreto del 1938: si tratta del regio decreto n.246 in materia di “Disciplina degli abbonamenti alle radioaudizioni” pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 78 del 5 aprile 1938.
In base a quella legge ormai super datata, chiunque nel nostro paese possegga uno o più apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni è obbligato al pagamento del canone di abbonamento. Una tassa sul possesso in sostanza, applicata indipendentemente dall’effettiva ricezione dei programmi della Rai o dalla mancanza di interesse (più che legittima) a riceverli.
Tutte ragioni che hanno portato, negli anni, a notevoli dibattiti sulla legittimità del canone Rai e che ne hanno fatto una delle tasse più odiate (oltre che evase) dagli italiani (E’ il Canone Rai la tassa più evasa dagli italiani): attualmente l’evasione del canone Rai si aggira intorno al 27% con punte che arrivano al 50% in alcune realtà del sud Italia, Campania su tutte.
Ad oggi, lo ricordiamo, la cifra che si paga per il canone Rai è di 113,50 euro. Non una cifra da poco; e questo senza voler entrare in dibattiti sulla qualità dei programmi televisivi trasmessi da mamma Rai. Quello che importa, ad oggi, è che si sta studiando un provvedimento per diminuire drasticamente l’importo del canone Rai.

 

 

Come sarà calcolato il nuovo canone Rai

Attualmente non vi è ancora nulla di certo; è allo studio un decreto sul canone Rai che dovrebbe tagliare in maniera sostanziale la cifra che si paga attualmente cercando, in questo modo, di ridurre anche l’evasione sulla tassa in questione.
Le novità potrebbero riguardare già il prossimo abbonamento, che ricordiamo scade nel gennaio 2015; si sta pensando proprio di prorogare la scadenza per avere il tempo di attuare le nuove misure. Che andrebbero a prevedere un canone variabile, dai 35 ai 65 euro, in base al reddito e ai consumi.
Il tutto si potrebbe raggiungere inserendo nella dichiarazione Irpef il possesso o meno di un apparecchio televisivo; in questo modo si andrebbe a pagare il canone Rai in base al reddito dichiarato. L’operazione consentirebbe, nei piani del governo, un recupero sostanziale dell’evasione sul canone Rai dato che, da studi condotti secondo indagini di mercato, in Italia il 98% delle famiglie possiede in casa almeno un apparecchio televisivo.

 

Canone direttamente nella dichiarazione Irpef?

Inserendo la dichiarazione di possesso nella dichiarazione Irpef si andrebbe a combattere l’evasione del canone Rai; la modifica dell’attuale funzionamento del canone andrebbe quindi a prevedere tariffe ridotte e pagamento in modo graduale, in base a reddito e utilizzo. Come dire, la vecchia formula del pagare meno pagare tutti cui si ricorre nei casi in cui si vuole tentare di recuperare un po’ di evasione.

Pubblicato in Archivio Notizie

Scritto da

Giornalista di inchiesta, blogger e rivoluzionario

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