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Bitcoin e criptovlaute: valori in calo

Nel corso delle ultime settimane si è verificato un vero e proprio crollo dell’intero comparto delle criptovalute. Secondo gli esperti si tratterebbe del peggiore calo mai fatto registrare dal Bitcoin e dalle altre divise digitali, tale da poter essere paragonato allo scoppio della bolla Internet che caratterizzò l’inizio del millennio.
Per capire meglio le dimensioni del crollo basterà ricordare come l’indice Cryptocompare Digital Asset 10 abbia fatto registrare un calo di quattro quinti del valore complessivo, qualche punto in più di quello fatto registrare dal Nasdaq con i titoli tecnologici nel 2000.
Quali i fattori che hanno portato ad un clima di diffusa sfiducia e all’ondata di vendite da parte degli investitori? Sarebbe soprattutto la mancata regolamentazione del settore ad aver spinto chi nei mesi passati aveva acquistato a cedere, nel timore di rimanere vittima di una frode.

Manca una regolamentazione delle criptovalute

Una accusa del resto spesso avanzata verso il settore dal mondo della finanza tradizionale, a partire da Jamie Dimon, amministratore delegato di JPMorgan Chase. Parole pronunciate un anno fa, che però erano poi state seguite dall’acquisto di Bitcoin da parte della sua banca.
Se nelle ultime ore la moneta virtuale regina ha sofferto relativamente, molto più in affanno è invece la sua più diretta rivale, Ethereum, che continua un momento poco favorevole, se si pensa come nel corso dell’ultimo mese abbia lasciato sul terreno quasi il 40% del suo valore.
Altro motivo che concorre a rendere poco ottimistico il quadro sono poi i rumors circolati di recente su Goldman Sachs, relativi alla volontà di non trattare più le criptovalute, proprio a causa della mancanza di chiarezza che continua ad affliggere il settore.
Una indiscrezione che conferma l’impressione ormai generalizzata come il legame tra monete digitali ed economia reale, che sembrava ormai cosa fatta, avrà bisogno di molto più tempo per affermarsi definitivamente.

Criptovalute e frodi

Va poi rimarcato come la Securities and Exchange Commission, ovvero l’autorità preposta alla vigilanza delle attività di borsa degli Stati Uniti, abbia provveduto a stoppare le ICO (Initial Coin Offering) di progetti come Ether Tracker One e Bitcoin Tracker One, che nelle intenzioni dei proponenti dovevano andare a rinforzare ulteriormente un comparto già affollatissimo.
Anche in questo caso la motivazione addotta, la mancanza di un quadro informativo chiaro, sembra fatto apposta per confermare i timori sempre più forti da parte dei possibili investitori. Per capire in maniera più compiuta cosa stia succedendo, occorre poi riportare un altro dato, ovvero quello relativo ad una serie di frodi che sono state portate avanti nel corso degli ultimi mesi, con centinaia di Altcoin che dopo aver chiesto soldi a sostegno dell’esordio sui mercati, sono praticamente scomparse dai radar.
Secondo Bloomberg, che ha chiesto la punizione dei colpevoli, sarebbero addirittura più di 900 le Altcoin che si sono rivelate all’atto pratico solo un metodo per truffare gli investitori che volevano approfittare della bolla in atto.

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Giornalista scomodo - "L'unico dovere di un giornalista è scrivere quello che vede..."

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