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Qualità delle cure sanitarie, prosegue divario nord / sud

Una divisione netta quella cui si assiste in campo sanitario tra meridione e settentrione: in Italia persistono forti differenze territoriali su base locale malgrado alcuni piccoli passi avanti fatti registrare di recente. Il diritto alla salute sembra essere garantito solo al nord, specchio di un paese diviso in due che vende, spesso e volentieri, i meridionali recarsi proprio al settentrione per farsi curare.
Un discorso che non può essere applicato in modo generalizzato se è vero che la Basilicata guida le regioni meridionali per performance sanitarie ed è possibile registrare differenze di standard tra le regioni meridionali, con Calabria e Molise in ritardo rispetto a Sicilia, Puglia e Campania per cure e servizi. Ma pur se ridotte, le differenze rimangono e la pandemia ha peggiorato le prospettive secondo un recente rapporto dell’agenzia governativa CNEL.

Spesa pubblica tra nord e sud

La spesa sanitaria pubblica si attesta su una media nazionale di 1.838 euro pro capite all’anno. Ma il dato è molto più alto nelle regioni del nord che nel sud: ad esempio, sono 2.255 euro a Bolzano contro 1.725 euro in Calabria. Questo si traduce in minori investimenti nella sanità del Mezzogiorno, che spazia dalla ricerca sui farmaci e sulle terapie, ai medici di punta e alle cure d’avanguardia.
Le liste di attesa nella sanità pubblica per controlli e interventi chirurgici sono più lunghe al Sud che al Nord, dove tendono ad esserci tutti i migliori medici. Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna hanno sempre garantito performance migliori rispetto a Sicilia e Calabria. E anche Roma, pur essendo la capitale, resta indietro rispetto a Milano.

Miglioramenti della sanità al sud

A fronte di questo, negli ultimi periodi si sono registrati flebili miglioramenti: parlando di standard meridionali delle cure sanitarie ad esempio, è possibile notare differenziazioni in base alla tipologia di trattamento richiesto. Se si consulta il PNE, Rapporto sulla performance degli ospedali pubblici, il Nord registra sempre risultati migliori in termini di cure per il cancro e l’ortopedia, ma regioni meridionali più povere stanno alzando gli standard, soprattutto in alcune aree.
Per fare un esempio concreto, tra le prime 10 strutture con maggiori percentuali di angioplastica primaria garantite entro 90 minuti, buon indice di appropriatezza e tempestività, 7 hanno sede nel Mezzogiorno. Un dato che oggi rappresenta più che altro una speranza per il futuro, visto che attualmente le cure migliori si registrano ancora al settentrione e, non a caso, non si arresta il fenomeno del turismo della salute riferito a chi, dal sud Italia, va a farsi curare al nord.

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