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Neet, record in Italia di giovani che non lavorano e non studiano

Il termine tecnico con il quale vengono chiamati e Neet, acronimo di mutuazione anglofona che sta a designare Not (engaged) in Education, Employment or Training. Ovvero, non impegnati in attività di lavoro o di formazione.
In termini molto più semplici e concreti si vanno a indicare con il termine Neet tutti quei giovani in età compresa tra i 18 ed i 24 anni (per l’Europa, perché con riferimento all’Italia la fascia di età arriva fino ai 29 anni) che non studiano né lavorano.
In sostanza giovani che stanno alla finestra, scoraggiati, che magari hanno già avuto una esperienza negativa dal punto di vista lavorativo ed allora hanno abbandonato la ricerca e non trovano più di alcuna utilità la formazione.

I Neet in Italia

Nel concreto una persona che si è arresa e che ha deciso di abbandonare qualsiasi processo formativo, che si parli di professionali, tirocini, stage o percorso accademico; e che non sia alla ricerca di un lavoro.
Ebbene i dati recenti rilasciati da Eurostat hanno messo in evidenza una realtà inquietante con riferimento al nostro paese: in Italia i dati sui Neet sono ancora alti, anzi tra i più elevati di Europa se si prende a riferimento soltanto il sud del paese.
La Sicilia in particolare si conferma, anche nell’anno 2017, come maglia nera del Vecchio Continente se si analizzano i giovani tra i 18 ed i 24 anni che non sono impegnate a studiare né a lavorare. Il dato sulla regione siciliana nello specifico si attesta al 40% quasi.

Sicilia maglia nera d’Europa

In sostanza quasi il 40% dei giovani tra i 18 ed i 24 anni in Sicilia non studia né lavora: un dato drammatico, il peggiore di tutto il vecchio continente e che è seguito a ruota da un’altra regione italiana: la Campania, dove il dato si ferma al 38,6%.
In generale quindi analizzando la situazione in tutta Europa emerge un risultato inquietante: tra le regioni con il più elevato tasso di Neet in Europa, ben 4 sono del sud Italia. Detto di Sicilia e Campania, sul podio, seguono poi la Puglia con un tasso del 36,4%, e la Calabria ‘ferma’ al 36%.
Numeri pesanti che dovrebbero far riflettere in quanto fotografia di un paese fermo, soprattutto nelle sue giovani leve che ormai rinunciano anche a cercare lavoro ed a formarsi.

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