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Come diventare notaio, dalla formazione al concorso

06/06/2025
notaio

La figura del notaio, nell’ordinamento giuridico italiano, rappresenta un pilastro fondamentale per la certezza dei diritti e la legalità degli atti. Pubblico ufficiale e libero professionista allo stesso tempo, garantisce l’autenticità e la conformità alla legge di contratti, testamenti e altri documenti di rilevanza giuridica, agendo come un “filtro” di legalità e imparzialità.

La strada per diventare notaio è lunga, complessa e altamente selettiva, richiedendo un impegno costante e una solida preparazione accademica e pratica, ma apre la strada a una carriera molto redditizia e rispettata nel mondo del lavoro.

Il punto di partenza: la laurea in Giurisprudenza

Il primo e imprescindibile passo per intraprendere la carriera notarile è il conseguimento della laurea magistrale a ciclo unico in Giurisprudenza (LMG/01). Il percorso universitario, della durata di cinque anni, deve fornire una preparazione completa e approfondita in tutte le branche del diritto, con particolare attenzione al diritto civile, commerciale, tributario e processuale.

È consigliabile che gli studenti, fin dai primi anni, dimostrino una forte propensione allo studio, capacità di analisi critica e un’ottima padronanza della lingua italiana, sia scritta che orale.

Il tirocinio, la pratica notarile fondamentale

Una volta conseguita la laurea, il futuro notaio deve affrontare il periodo di pratica notarile. Questo tirocinio, obbligatorio per l’ammissione al concorso, ha una durata di diciotto mesi e può essere svolto presso uno studio notarile. Per la sua validità, il periodo di pratica deve essere continuativo per almeno un anno, anche se, in deroga, il percorso può essere avviato già dopo il conseguimento della laurea triennale in Giurisprudenza, purché non si superi un periodo di sei mesi prima della laurea magistrale. È importante sottolineare che la pratica deve essere svolta sotto la guida di un notaio con almeno cinque anni di anzianità.

Il tirocinio non è una mera formalità, ma un periodo fondamentale di apprendimento sul campo. Durante l’anno e mezzo, il praticante ha l’opportunità di familiarizzare con l’operatività quotidiana di uno studio notarile, assistendo alla redazione di atti, alla gestione delle pratiche, all’interazione con i clienti e all’applicazione pratica delle norme giuridiche. Si tratta di un’esperienza formativa che permette di acquisire le competenze tecniche e deontologiche indispensabili per la professione. La pratica deve essere registrata presso il Consiglio Notarile del distretto in cui viene svolta.

Le Scuole di Specializzazione per le Professioni Legali (SSPL)

Sebbene non strettamente obbligatorie per l’accesso al concorso notarile (a differenza di quanto accade per la magistratura o l’avvocatura), le Scuole di Specializzazione per le Professioni Legali (SSPL) rappresentano un’opportunità altamente raccomandata e valorizzata da molti aspiranti notai. Queste scuole, biennali e a numero chiuso, offrono un percorso di approfondimento e aggiornamento in diverse aree del diritto, con un taglio pratico e orientato all’esercizio delle professioni forensi. La frequenza di una SSPL può fornire una preparazione supplementare e una maggiore sicurezza in vista del concorso notarile.

Il concorso notarile: la prova definitiva

Il concorso notarile è la fase più impegnativa e selettiva dell’intero percorso. È a carattere pubblico nazionale, bandito dal Ministero della Giustizia, che si svolge generalmente a cadenza annuale o biennale, a seconda delle esigenze. Le prove sono estremamente rigorose e mirano a selezionare i candidati più preparati e meritevoli.

Il concorso si articola in due fasi principali, con le prove scritte, che consistono in tre elaborati teorico-pratici, ciascuno da svolgersi in un tempo limitato (tipicamente 8 ore) e riguardano un atto di ultima volontà (testamento), un atto tra vivi di diritto immobiliare e un atto tra vivi di diritto societario.

Le prove scritte richiedono non solo una profonda conoscenza delle norme giuridiche, ma anche una notevole capacità di sintesi, chiarezza espositiva, logica giuridica e abilità nella redazione di atti notarili complessi, nel rispetto della forma e della sostanza. La correzione è estremamente severa, e un errore anche minimo può compromettere l’intera prova.

L’esame orale

Solo i candidati che superano le prove scritte con il punteggio minimo stabilito dal bando sono ammessi alle prove orali. L’esame orale si articola in tre colloqui su diverse materie.

In particolare, sul diritto civile e commerciale, con particolare riferimento al diritto delle successioni per causa di morte, al diritto di famiglia, ai diritti reali, al diritto delle obbligazioni e dei contratti, al diritto commerciale e societario.

Sulle disposizioni sull’ordinamento del Notariato e degli Archivi Notarili, che comprende anche principi di deontologia professionale, e sulle disposizioni concernenti le imposte indirette, come l’imposta di registro, l’imposta sulle successioni e donazioni, l’IVA e le imposte ipotecaria e catastale.

Anche le prove orali sono molto approfondite e richiedono un’esposizione chiara, precisa e argomentata.

Iscrizione al ruolo e assegnazione della sede

Una volta superato il concorso, i candidati vincitori vengono nominati notai e iscritti nel Ruolo dei Notai. A questo punto, si procede all’assegnazione delle sedi vacanti, che avviene in base alla graduatoria di merito del concorso. L’aspirante notaio può esprimere le proprie preferenze, ma l’assegnazione finale dipende dalla disponibilità delle sedi e dalla posizione in graduatoria. L’accettazione della sede è obbligatoria e, una volta assegnata, il notaio è tenuto a stabilirsi e ad esercitare la professione nel distretto notarile di competenza.

La formazione continua e l’aggiornamento professionale

La professione notarile, come tutte le professioni legali, richiede un costante aggiornamento. Le normative evolvono, le interpretazioni cambiano e nuove fattispecie giuridiche emergono. Per questo motivo, il notaio è tenuto a seguire percorsi di formazione continua, partecipando a corsi, convegni e seminari organizzati dal Consiglio Nazionale del Notariato o da altre istituzioni accreditate.

L’aggiornamento professionale non è solo un obbligo deontologico, ma una necessità per garantire un servizio sempre al passo con i tempi e conforme alla massima legalità.

Matteo Di Medio

Giornalista - Content Manager presso Linking Agency; Caporedattore e Autore presso Giocopulito.it e Influentpeople.it