L’alternarsi tra ora solare e ora legale è una pratica che interessa miliardi di persone in tutto il mondo, influenzando non solo le nostre giornate ma anche l’economia, la salute e l’ambiente.
Il meccanismo di regolazione degli orologi, apparentemente semplice, infatti, nasconde una storia complessa e un dibattito ancora aperto sui suoi benefici e svantaggi.
In questo articolo parliamo di:
Le origini storiche dell’ora legale
L’idea di modificare l’orario per sfruttare meglio la luce solare non è un’invenzione moderna. Già nel 1784, Benjamin Franklin, in un testo satirico, suggeriva ai parigini di alzarsi prima per risparmiare sull’illuminazione. Tuttavia, il primo vero sostenitore dell’ora legale come la conosciamo oggi fu William Willett, un costruttore britannico che, nel 1907, pubblicò “The waste of daylight” (“Lo spreco della luce del giorno), nel quale evidenzia che molte persone dormivano durante le ore di luce mattutina per poi accendere le luci la sera, proponendo di spostare le lancette in avanti in primavera e indietro in autunno per massimizzare l’uso della luce naturale.
La sua proposta non fu subito accolta, ma l’avvento della Prima Guerra Mondiale cambiò la prospettiva. Con la necessità di risparmiare carbone e altre risorse energetiche, diversi paesi belligeranti adottarono l’ora legale per la prima volta. La Germania fu il primo stato a implementarla su scala nazionale il 30 aprile 1916, seguita a ruota dal Regno Unito e da altri paesi europei. Anche gli Stati Uniti introdussero l’ora legale nel 1918.
In Italia, l’ora legale fu adottata per la prima volta nel 1916, con l’obiettivo primario di ridurre i consumi energetici, un fattore fondamentale in tempo di guerra.
Differenze tra ora solare e ora legale
Il principio di funzionamento dell’ora legale è semplice e noto a tutti: in primavera, tipicamente l’ultima domenica di marzo in Europa, gli orologi vengono spostati un’ora avanti, “guadagnando” un’ora di luce la sera. In autunno, solitamente l’ultima domenica di ottobre, gli orologi vengono spostati un’ora indietro, tornando all’ora solare e “perdendo” l’ora guadagnata. Attraverso questo meccanismo si mira a far coincidere maggiormente le ore di veglia con quelle di luce naturale, riducendo la necessità di illuminazione artificiale.
Paesi che adottano l’ora legale
Non tutti i paesi adottano l’ora legale. La sua diffusione è maggiore nell’emisfero settentrionale, in particolare in Europa, Nord America e alcune parti del Medio Oriente. Al contrario, molti paesi africani e asiatici non la applicano, così come la maggior parte dei paesi equatoriali, dove la durata del giorno e della notte varia poco durante l’anno. Nell’emisfero australe, dove le stagioni sono invertite, l’ora legale viene adottata in periodi opposti rispetto all’emisfero settentrionale, come avviene in alcune parti dell’Australia o del Sudamerica. La decisione di adottare o meno l’ora legale spetta ai singoli governi o, nel caso dell’Europa, è stata a lungo coordinata a livello comunitario tramite direttive.
Il dibattito sull’ora legale
Il principale argomento a favore dell’ora legale è, come detto, il risparmio energetico. Spostare l’ora in avanti permette di ritardare l’accensione delle luci la sera, riducendo così il consumo di elettricità, specialmente nel settore dell’illuminazione domestica e commerciale. Oltre al risparmio energetico, vengono spesso citati altri benefici, come una maggiore sicurezza stradale grazie alla migliore visibilità nelle ore serali, un incentivo alle attività all’aperto con conseguenti benefici per la salute e il benessere, e un potenziale stimolo per il turismo e il commercio grazie alle ore di luce extra.
Tuttavia, l’ora legale è anche oggetto di crescenti critiche e controversie. Uno dei principali punti di discussione riguarda l’impatto sulla salute umana. L’immediato cambiamento di orario può alterare il ritmo circadiano, causando disturbi del sonno, stanchezza, irritabilità e difficoltà di concentrazione, soprattutto nei giorni immediatamente successivi al cambio, con effetti che sono stati associati in alcuni studi a un aumento di incidenti stradali, infarti e ictus. Dal punto di vista economico, alcuni settori, come l’agricoltura, possono riscontrare disagi a causa della necessità di adattare i cicli di lavoro.
Inoltre, con l’avanzamento tecnologico e la maggiore efficienza energetica degli elettrodomestici e delle lampadine LED, il risparmio energetico derivante dall’ora legale è diventato meno rilevante rispetto al passato, con alcune pubblicazioni che suggeriscono che i risparmi sono minimi e potrebbero essere compensati da un maggiore consumo di energia per il riscaldamento o il condizionamento, a seconda della latitudine e della stagione.
La situazione in Europa
In Europa, la questione dell’abolizione dell’ora legale è stata al centro di un acceso dibattito negli ultimi anni. Nel 2018, a seguito di una consultazione pubblica che ha visto una schiacciante maggioranza di cittadini europei votare per la fine dei cambi d’ora, la Commissione Europea ha proposto di abolirla definitivamente, lasciando la libertà a ogni Stato membro di scegliere se mantenere l’ora solare permanente o l’ora legale permanente.
Il Parlamento Europeo ha approvato la proposta nel marzo 2019, stabilendo inizialmente il 2021 come anno limite per la decisione finale. Tuttavia, a causa della pandemia di Covid19 e della mancanza di un accordo tra gli Stati membri sulla scelta dell’orario permanente, la decisione è stata rinviata indefinitamente. La difficoltà risiede nel trovare un consenso che eviti una frammentazione eccessiva dei fusi orari all’interno dell’Unione Europea, che potrebbe creare problemi per il commercio, i trasporti e le comunicazioni.
L’ora legale in Italia
Attualmente, l’Italia non ha preso una decisione definitiva in merito. L’orientamento prevalente tra i paesi membri sembra essere quello di mantenere lo status quo, almeno per il momento, in assenza di un accordo comune. Il nostro Paese, come la maggior parte dell’Unione Europea, adotta regolarmente l’alternanza tra ora solare e ora legale, da decenni.
Quando entra l’ora legale
Come detto in precedenza, il passaggio dall’ora solare all’ora legale avviene nell’ultima domenica di marzo. In questa data, le lancette degli orologi vengono spostate un’ora avanti alle 02:00 del mattino, che diventano così le 03:00, perdendo un’ora di sonno, ma guadagnando un’ora di luce la sera, permettendo di prolungare le attività all’aperto e di ridurre l’uso dell’illuminazione artificiale nelle ore serali durante i mesi più caldi.
Quando entra l’ora solare
Viceversa, il ritorno all’ora solare dall’ora legale si verifica nell’ultima domenica di ottobre. Alle 03:00 del mattino, gli orologi vengono spostati un’ora indietro, tornando alle 02:00, con un cambio che fa recuperare l’ora di sonno persa in primavera e ci riporta all’orario naturale del fuso di riferimento, con le giornate che si accorciano e le ore di luce che diminuiscono, tipiche della stagione autunnale e invernale.