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Il Governo rivuole indietro gli 80 euro

Il bonus Irpef da 80 euro destinato ai lavoratori dipendenti e assimilati, in pratica un credito riconosciuto in busta paga a coloro che guadagnano fino a 26mila euro l’anno, ha sollevato polemiche fin da quando è stato annunciato da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi.
A placare gli animi non è servita neanche la Legge di Stabilità 2015, con cui di fatto il bonus è diventato stabile. Una misura introdotta con lo scopo di ridurre il cuneo fiscale attraverso l’erogazione di un bonus di 640 euro a favore di quei lavoratori dipendenti e assimilati con reddito annuo non superiore ai 24mila euro.
Nel caso di superamento di tale soglia reddituale prevista una riduzione dell’importo del bonus in proporzione all’aumento del reddito complessivo, fino all’azzeramento del bonus per i redditi che superano i 26mila euro.

La restituzione per i redditi bassi:

Ma la cosa che sta facendo discutere molto in questi giorni è la beffa dei redditi bassi. Infatti gli 80 euro vanno restituiti non solo da parte di coloro che hanno superato la soglia reddituale di 26mila euro, ma anche da chi ha guadagnato nell’anno meno di 7500 euro.
Così tanti lavoratori, che nel 2015 hanno perso il lavoro, devono restituire gli 80 euro riconosciuti in busta paga perché percepiti indebitamente per via del reddito basso.
Una vera e propria beffa, un paradosso clamoroso per circa 341mila lavoratori, già costretti a fare i conti con la grave crisi economica che continua a mettere a dura prova i bilanci familiari di numerosi italiani.
Dunque la restituzione del bonus di 80 euro riguarda non solo chi ha un reddito alto, ma anche chi ha visto il proprio reddito precipitare.

In quanti dovranno restituire il bonus di 80 euro?

Secondo le ultime stime potrebbero essere circa 1,4 milioni gli italiani a dover restituire il bonus, di cui circa 341mila quelli tenuti a restituire l’importo a causa di una situazione reddituale molto bassa.
I casi di coloro costretti alla restituzione a causa del basso reddito sono diversi e interessano disoccupati, precari, lavoratori in mobilità e giovani entrati nel mondo del lavoro solo nel 2015.
Niente sconti quindi, d’altronde il meccanismo che ha introdotto il bonus di 80 euro prevede senza mezzi termini che in sede di dichiarazione dei redditi il contribuente deve ricalcolare il bonus spettante.
Per effetto di questo meccanismo nel caso in cui il bonus spettante risulti maggiore di quello erogato dal datore di lavoro il contribuente potrà fruire con il modello 730 o Unico della parte non ancora erogata. Viceversa, con la dichiarazione viene recuperata l’eccedenza quando la quota spettante è inferiore all’erogato.
Inoltre, un altro aspetto che in questi giorni ha sollevato diversi dubbi e polemiche è la restituzione della somma all’Agenzia delle Entrare in un’unica soluzione.

Cosa succede se non si restituisce il bonus?

Probabilmente una situazione che si sarebbe potuta evitare non erogando il bonus mensilmente, ma sotto forma di conguaglio annuale. In questo modo i lavoratori avrebbero avuto la sicurezza di rientrare tra i beneficiari degli 80 euro e quindi la certezza di aver diritto al bonus.
Fortunatamente i contribuenti costretti a restituire interamente il bonus o, solo parte di esso, sono soprattutto quelli che hanno guadagnato di più e non quelli con reddito basso.
Da precisare anche che coloro che non restituiranno gli 80 euro allo Stato rischiano seriamente di vedersi arrivare presso il proprio domicilio le odiate cartelle esattoriali.

La replica di Renzi:

Sulla questione è intervenuto più volte anche il premier Matteo Renzi respingendo a chiare lettere le critiche delle opposizioni. Il Presidente del Consiglio si è affrettato a precisare che, se è vero che 1,4 milioni di italiani devono restituire il bonus perché indebitamente percepito, è pur vero che un altro milione e 600mila ha guadagnato meno della soglia e quindi ne ha avuto diritto.
Schermaglie politiche destinate a continuare tra Governo e opposizioni, con queste ultime che hanno fin da subito denunciato la pratica definendola come una “mancia elettorale”.

Pubblicato in Archivio Notizie

Scritto da

Giornalista di inchiesta, blogger e rivoluzionario

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