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Legge Fiano e propaganda fascista: non bastavano le leggi attuali?

Niente più saluto romano e gadget nostalgici. Saranno punite la divulgazione e la promozione di idee con scritte e immagini inerenti il fascismo.
Il decreto legge a prima firma del deputato Pd Emanuele Fiano, inserisce nel Codice Penale il reato di propaganda del regime fascista e nazista, introducendo l’articolo 293- bis del codice penale.
Il testo è stato approvato alla Camera con 261 sì, 122 no e 15 astenuti ed è passato al Senato con molte note di disappunto soprattutto negli schieramenti di estrema destra con reazioni anche da parte del movimento cinque Stelle che ha definito questa legge liberticida.
Il relatore Walter Verini ha poi tenuto a specificare che la norma contro l’Apologia del Fascismo si è resa necessaria per evitare problemi del passato spiegando come questa legge sia diversa e agisca su punti differenti dalla legge Scelba e la Legge Mancino, con un’attenzione particolare al web e social network.

Le leggi sull’Apologia del Fascismo in Italia

Nell’ordinamento italiano, l’apologia del fascismo è un reato previsto dall’art. 4 della legge 20 giugno 1952, n. 645 (contenente “Norme di attuazione della XII disposizione transitoria e finale -comma primo- della Costituzione”), anche detta Legge Scelba.
Dopo quasi settanta anni dalla caduta del Fascismo e con due leggi già esistenti che puniscono l’apologia del fascismo era proprio necessaria questa nuova legge?
La legge n° 645/1952, detta anche legge Scelba e la legge Mancino n° 205 del 1993 sono le due leggi che disciplinano e puniscono i reati di apologia del fascismo.
La prima vieta la “riorganizzazione del disciolto partito Fascista” e detta la disciplina dei reati di apologia e manifestazioni fasciste mentre la successiva punisce chiunque faccia propaganda di idee fondate sull’odio raziale o etnico oppure istighi a commettere violenza ispirata da questi stessi moventi.
La legge Fiano è una estensione della legge Scelba e Mancino che punisce anche gesti individuali. Sarà sufficiente solo il fatto di esporre, parlare o raffigurare simboli che richiamino contenuti riconducibili alla propaganda fascista per essere perseguibili.

La legge Fiano

La nuova norma prevede la reclusione da sei mesi a due anni e la pena è aumentata di un terzo se il fatto è commesso attraverso strumenti telematici o informatici. Che cosa contiene nel concreto il decreto di legge Fiano?

 

Art. 293-bis. – (Propaganda del regime fascista e nazifascista). – Chiunque propaganda le immagini o i contenuti propri del partito Fascista o del partito nazionalsocialista tedesco, in altre parole delle relative ideologie, anche solo attraverso la produzione, distribuzione, diffusione o vendita di beni raffiguranti persone, immagini o simboli a essi chiaramente riferiti, in altre parole ne richiama pubblicamente la simbologia o la gestualità è punito con la reclusione da sei mesi a due anni. La pena di cui al primo comma è aumentata di un terzo se il fatto è commesso attraverso strumenti telematici o informatici”.

 

L ‘obiettivo di questa proposta di legge, infatti, non riguarda le normative speciali già vigenti in materia, ossia la legge 20 giugno 1952, n. 645 (cosiddetta legge Scelba), e il decreto-legge 26 aprile 1993, n. 122, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 giugno 1993, n. 205.

L’Apologia del Fascismo tramite social network

Questo strumento permette di delineare una nuova fattispecie che consente di colpire solo alcune condotte che individualmente considerate possono sfuggire alle normative vigenti. Se il reato è perpetrato tramite social network, costituirà una vera e propria aggravante del delitto con l’inasprimento delle pene.
Tale discussione, come ovvio e scontato, si inserisce in un quadro molto più ampio. L’articolo 21 della Costituzione infatti, ci ricorda che ognuno può e deve poter esprimere la propria opinione ed è sancito il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero.
La legge a firma Fiano invece, si prefigge di punire con il carcere tali comportamenti. I dubbi infatti, sono tutti puntati sulla costituzionalità della stessa, che entra in conflitto sia con la legge Scelba che con il suddetto Art.21.

Così si uccide la libertà di pensiero

Si può essere d’accordo sul fatto che l’ideologia di Fascismo sia un qualcosa di superato, ma quando le condotte si riferiscono alla sola propaganda rientrano perfettamente nel suddetto articolo della nostra carta costituzionale: libertà di pensiero e di manifestazione dello stesso.
Nel frattempo Forza Nuova, ha deciso di contrastare e ribellarsi a questa legge proponendo per il 28 ottobre una manifestazione dimostrativa. Un annuncio lanciato sulla pagina Facebook del movimento di Forza Nuova ha sobillato gli animi producendo una lista di adesioni.
Una data che portò davvero all’avvento di Mussolini. Una nuova marcia su Roma, anche non autorizzata. Una sfilata per ribadire la loro lontananza da questa legge e soprattutto per ribellarsi allo Ius soli e le ondate migratorie presenti in Italia.
Non resta che aspettare e capire se la legge continuerà il suo corso al Senato oppure si arenerà come le altre migliaia di leggi ferme in attesa di essere discusse.

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Scritto da

Calabrese, testarda e con la passione per il giornalismo.

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