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Antitrust e caro-benzina

L’Antitrust, L’Autorità indipendente Garante della Concorrenza e del Mercato, ha inviato una egnalazione ufficiale al Governo ed al Parlamento con la quale critica le modifiche apportate al disegno di legge in riferimento alla rete di distribuzione dei carburanti.
Per ovviare al caro benzina, infatti, era stato tracciato un ddl la cui bozza iniziale prevedeva misure in materia di concorrenza per ridurre il differenziale del prezzo italiano rispetto alla media europea ma, in seguito alla minaccia di sciopero dei gestori, il testo è stato modificato compiendo un passo indietro rispetto alla sua versione iniziale.
Parlando in termini pratici, è saltata tutta la parte del ddl che avrebbe rinnovato l’intero sistema introducendo un maggior numero di self service, favorendo l’apertura di nuovi impianti indipendenti e di attività “non oil”,vale a dire impianti destinati a vendere non solo benzina ma anche altri prodotti.
Secondo il parere dell’antitrust,quindi, con la nuova forma del ddl rimane accettabile la conferma della liberalizzazione delle forme contrattuali tra compagnie e distributori, ma l’intesa fa un passo indietro rispetto alle altre soluzioni recepite nelle prime bozze del ddl sulla concorrenza.

 

Troppi distributori e pochi no-logo:

Il problema della distribuzione carburanti in Italia è, infatti, ormai risaputo e di vecchia data; ci sono troppi punti vendita (più di 22.000 contro, ad esempio, i circa 14.000 presenti in Germania), a fronte di pochi self service, che consentono un leggero risparmio sul prezzo del carburante, e pochi distributori indipendenti.
Secondo la nota presentata dall’Antitrust a Governo e Parlamento, la nuova versione del ddl introdotta per scongiurare scioperi da parte dei fornitori ritarderà l’ammodernamento dell’intero settore della distribuzione e ne impedirà conseguentemente uno sviluppo più concorrenziale.
Tra le novità del ddl che più preoccupano l’Antitrust, vi è l’eliminazione del divieto, per Regioni e Comuni, di introdurre regolamentazioni più restrittive della concorrenza, in particolare per quanto riguarda l’uso del self service pre-pay durante l’orario di apertura e la diffusione di impianti completamente automatizzati.
Da segnalare come, su tutta questa vicenda, pesi inevitabilmente la mancanza ancora adesso, a distanza di cinque mesi dalle dimissioni di Scajola, di un Ministro per lo Sviluppo Economico, vale a dire colui il quale dovrebbe occuparsi in prima persona di questa materia.

Pubblicato in Archivio Notizie

Scritto da

Giornalista di inchiesta, blogger e rivoluzionario

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