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Le Scuole italiane sono pronte alla didattica a distanza?

Le Scuole non sono pronte alla didattica a distanza ma il diritto all’istruzione è garantito: i docenti ci sono, ora servono le regole. La scuola italiana è in prima linea nel raccogliere la sfida della didattica svolta dalle mura domestiche: lo dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, nel corso di un intervista rilasciata a Teleborsa (https://www.teleborsa.it/Video/2020/03/20/scuole-chiuse-si-va-verso-proroga-9.html), consapevole che i problemi di fruizione delle lezioni e dell’assegnazione dei compiti tramite registro elettronico, e-mail e piattaforme digitali sono reali, soprattutto da parte degli alunni.
Il sindacalista ritiene anche che rimane alto il rischio del digital divide, visto che il 25% delle famiglie non accede al web, oltre la metà delle famiglie con minori non possiede un computer e un allievo su tre ha problemi ad accedere alle lezioni online.

La didattica online

“Nonostante le scuole italiane non siano ancora pronte a questa didattica – dice il leader dell’Anief -, siamo sicuri che tutto il corpo insegnante ha abbracciato la sfida attuale: certo, ci sono diversi problemi che riguardano gli utenti. Problemi che riguardano l’accesso, soprattutto degli studenti, dal momento che alcuni di loro non hanno la possibilità di seguire le lezioni. Sarà molto importante capire se e cosa hanno deciso i collegi dei docenti o cosa decideranno nei prossimi giorni, anche da remoto, riguardo ai criteri di valutazione dello svolgimento dell’attività didattica a distanza, al fine di poter validare l’anno scolastico”.

Quando riaprono le scuole?

Tutte le indicazioni politiche fanno propendere per il ritorno sui banchi tra un mese e mezzo. Anche per questo motivo il ministero dell’Istruzione, con la nota inviata alle scuole il 16 marzo, ha inteso validare la didattica a distanza, cercando di trasformarla da esperimento di “vicinanza” agli studenti a delle “lezioni” quasi equiparabili alla didattica tradizionale in classe.
A questo proposito, sembra sempre più necessario che gli organi collegiali degli insegnanti, a partire dai collegi dei docenti, vengano convocati a distanza dai dirigenti scolastici per predisporre i criteri di valutazione da adottare durante questa fase di didattica non in presenza, che si protrarrà per diverse settimane.
Le scuole resteranno chiuse ancora e probabilmente a lungo, quasi sicuramente fino ai primi di maggio, ma è ormai considerata possibile una ulteriore proroga fino alla fine dell’anno scolastico. Per saperlo bisognerà aspettare i dati sui contagi dei prossimi giorni, ma è chiaro ormai che la prospettiva non sia breve. A scriverlo è Il Corriere della Sera, sulla base degli ultimi dati nazionali sull’avanzare del contagio tra la popolazione italiana.

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Scritto da

Giornalista di inchiesta, blogger e rivoluzionario

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