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Al via i Saldi: una guida per evitare ‘fregature’

Come consuetudine del nostro paese, passate le feste natalizie è tempo di saldi; l’occasione attesa da milioni di italiani alla ricerca di affari (anche se talvolta non tutti si rivelano tali) per acquistare a prezzi competitivi beni e prodotti che, in altri periodi dell’anno, risulterebbero troppo costosi.
Il tabellone dei saldi prende il via dal sud Italia, con Basilicata, Campania e Sicilia ad inaugurare (2 dicembre) la stagione; seguono a distanza di tre giorni (5 gennaio) le altre regioni italiane (per chi volesse provare i saldi 2013 all’estero, segnaliamo le date più importanti: Londra, partenza 26 dicembre; Barcellona il 7 gennaio; Berlino il 9 gennaio; Parigi l’ 11 gennaio; a New York invece, i saldi sono partiti lo scorso 25 novembre).
Quello dei saldi è un grande meccanismo commerciale e di massa che affonda le proprie radici in tematiche ben al di là del semplice sconto; secondo molti i saldi rappresentano la conseguenza inevitabile al comportamento dell’ acquirente – consumatore il quale può, tramite la scelta del non-acquisto, far valere il proprio potere invogliando i commercianti a stabilizzare i prezzi verso il basso.
In sostanza il comportamento dell’acquirente che non spende invoglierebbe (per non dire ‘obbligherebbe’) i commercianti ad offrire la propria merce a prezzo di saldo.

 

Crisi economica e commercio:

La crisi economica d’altra parte è sempre presente e ben lungi dallo scomparire; secondo Federconsumatori e Adusbef in questi saldi 2013 ci sarà un calo nella spesa degli italiani del 18,8% rispetto allo scorso anno; per il Condacons questo decremento sarà invece più moderato ma pur sempre presente, si parla del 15%.
Si spenderà di meno in sostanza anche in virtù del fatto che, come noto, i saldi riguardano settori non essenziali o di prima necessità ma anzi beni voluttuari e talvolta superflui, quali ad esempio l’abbigliamento. Ed in tempo di crisi le famiglie sono obbligate a dare la precedenza a spese per cose più essenziali.
Quanto detto fin qui dovrebbe invogliare i commercianti ad essere piuttosto ‘generosi’ in tempo di saldi e ad offrire affari convenienti per attirare il cliente: tuttavia come noto, non sempre è così e, soprattutto, non sempre quello che vediamo e leggiamo nelle pubblicità poi effettivamente corrisponde al vero.
Talvolta i saldi sono dei veri e propri specchietti per le allodole che rischiano di trarre in inganno il cliente – consumatore arrecando più danno che giovamento; al riguardo, l’Aduc (Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori) ha stilato un decalogo per fornire una serie di accorgimenti al fine di evitare brutte sorprese. Ecco i  consigli che ciascun consumatore dovrebbe seguire in fase di saldi:

Consigli per i saldi:

  1. Prima di tutto, è fondamentale non fare acquisti (se non indispensabili) nei giorni immediatamente precedenti l’avvio dei saldi. In questi giorni inoltre, sarebbe opportuno (ed intelligente) fare un giro per negozi, individuare i prodotti che potrebbero interessare e segnarne il prezzo per poi verificare che in fase di saldo questo sia realmente calato

  2. Il secondo consiglio è di non fermarsi al al primo negozio che pratica sconti, ma visitarne diversi e confrontare prezzi esposti e qualità della merce

  3. Non lasciarsi ingannare da sconti che superano il 50% del costo iniziale; è difficile che un commerciante abbia ricarichi superiori al 50% di conseguenza sconti eccessivi potrebbero nascondere brutte sorprese

  4. Tenera a mente che un prezzo del tipo “49,90” euro vuol dire “50,00” e non “49,00”

  5. Le forme di pagamento non devono differire da quelle abituali; diffidare quindi da chi impone il pagamento in contanti. In caso di rifiuto di pagamento con carta di credito o bancomat, lo si può segnalare all’istituto di riferimento

  6. Guardare le etichette  dei capi di abbigliamento per scoprire la composizione dei tessuti: i prodotti naturali costano di più di quelli sintetici

  7. Chiedere sempre conferma al commerciante di ciò che e’ indicato sull’etichetta; ciò vale in materia di indicazioni sulle modalità di lavaggio dell’indumento

  8. Chiedere ulteriori informazioni su qualità del prodotto, del materiale, sulla provenienza e trattamento dei capi

  9. Diffidare dei capi d’abbigliamento disponibili in tutte le taglie e colori: potrebbe trattarsi non di merce in saldo ma di capi immessi sul mercato solo per l’occasione

  10. Diffidare dei negozi che espongono cartelli tipo “la merce venduta non si cambia”: esistono regole precise del commercio che impongono il cambio della merce se non corrispondente a quanto propagandato o se difettosa. Di contro, è importante sapere che non esiste il diritto di recesso negli acquisti fatti in un esercizio commerciale: quindi se ad esempio si è sbagliata la taglia, sarà solo la disponibilità del commerciante ad ovviare al problema, ma non è un diritto.

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Scritto da

Blogger, esperto di web e web marketing

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