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Disabili: nei prossimi anni aumenteranno del 70%

C’è da rimanere colpiti nel leggere quanto emerso da un’ indagine eseguita dal Censis e realizzata da Unipol dal titolo “Welfare Italia. Laboratorio per le nuove politiche sociali”: l’indagine, presentata negli scorsi giorni a Roma alla presenza del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Maurizio Sacconi e dei segretari di Cgil, Cisl e Uil, mette in risalto un aspetto inquietante che ha direttamente a che fare con una duplice problematica, vale a dire l’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle persone con disabilità.     
Ad oggi infatti, le persone con disabilità che vivono in Italia sono il il 6,7% della popolazione, in tutto circa 4,1 milioni; ebbene, secondo l’indagine Censis con il progressivo invecchiamento della popolazione questi arriveranno ad essere, nel 2020, 4,8 milioni (ovvero il 7,9% della popolazione) e saranno addirittura 6,7 milioni (un aumento di quasi il 70% rispetto ad oggi) nel 2040, quindi il 10,7% della popolazione.

 

Welfare italiano a rischio collasso:

Dati inquietanti ed allarmanti al tempo stesso che, se confermati, metterebbero in serio pericolo il sistema del welfare già ad oggi dato a rischio ingolfamento, considerando che attualmente il 30,8% dei nuclei familiari riscontra un bisogno assistenziale (nella maggior parte dei casi si tratta della difficoltà di accudire i figli, ma nel 6,9% il problema dipende dalla disabilità o dalla non autosufficienza di uno dei membri della famiglia). Le risposte però, si evince dall’indagine, arrivano quasi sempre dall’interno della famiglia stessa.
Il bisogno di servizi pubblici di assistenza è espresso in totale dal 14,9% delle famiglie, ma solo il 5% ha trovato risposte adeguate nel sistema pubblico: “La crescita della disabilità mette a rischio il sistema del welfare” ha affermato Giuseppe Roma, direttore generale del Censis.
Diffuse restano anche le criticità legate all’erogazione dei servizi riabilitativi per le persone con sindrome di Down; da un altro rapporto Censis “Centralità della persona e della famiglia: realtà o obiettivo da raggiungere?” realizzato con il contributo dell’Associazione italiana persone down, emerge che il 53% delle famiglie si è dovuto muovere autonomamente per trovare la sede adatta e il 40% si è rivolto a strutture private a pagamento a causa della carenza dei servizi pubblici. Si punta inoltre l’attenzione sulla lunghezza delle liste d’attesa, problema lamentato nel 32% dei casi.

 

Bambini disabili e sistema scolastico:

Altro dato che emerge dal rapporto “Centralità della persona e della famiglia: realtà o obiettivo da raggiungere?” è quello relativo alla frequenza scolastica delle persone con disabilità ed al loro inserimento nel mondo del lavoro: da quanto si legge, quasi tutti i bambini e i ragazzi down vanno a scuola (il 97% fino ai 14 anni), ma quando crescono diventa sempre più difficile per loro trovare una collocazione sociale nel mondo del lavoro. Un adulto down su quattro infatti, sta a casa e non svolge nessuna attività.
Si batte quindi sulla duplicità dell’ aspetto caratterizzato da un sistema scolastico capace, pur tra diverse pecche, di includere le persone down ma, di contro, al termine del percorso formativo solo una parte di queste (il 31% degli adulti) riesce a collocarsi nel mercato del lavoro.
Facce della stessa medaglia, o forse sarebbe più corretto dire ‘dello stesso problema’ se si considera anche la prima ricerca del Censis che abbiamo proposto, ovvero quella relativa al numero dei disabili che, causa invecchiamento della popolazione, potrebbe aumentare considerevolmente nei prossimi anni portando al collasso un sistema di welfare che, per la verità, risulta già adeguatamente compromesso.

Pubblicato in Sociale

Scritto da

Giornalista indipendente, web writer, fondatore e direttore del giornale online La Vera Cronaca e del progetto Professione Scrittura

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