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Vittime del terrorismo: i benefici previsti dalla legge

In questi giorni a cavallo di agosto tra i tanti emendamenti che si stanno votando alle varie riforme allo studio ce ne è una, forse passata un po’ sotto traccia, che prevede la soppressione dei benefici per le vittime del terrorismo.
Un provvedimento che va a tagliare alcuni benefici fino ad oggi esistiti: e che rende interessante andare a scoprire cosa prevedeva la norma in materia di benefici per vittime del terrorismo.
La questione è regolamentata da una recente normativa che include stralci di norme che già a partire dal 1990 avevano trovato posto all’ interno di leggi di varia natura: la legge n.206 del 2004 “Nuove norme in favore delle vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice” andava a introdurre un insieme di benefici economici, fiscali e previdenziali per i cittadini vittime di atti o stragi di terrorismo.
Tali benefici erano rivolti anche ai familiari superstiti e valevano per atti compiuti tanto sul territorio nazionale quanto su quello extranazionale. Un provvedimento che ha subìto successive modifiche, come quelle apportate dalla legge n.244 del 2007 che andava a prevedere che il benefico fosse esteso anche ai superstiti (aventi diritto alla pensione di reversibilità) di familiari vittime della criminalità organizzata o del dovere; ivi compresi i sindaci vittime di atti criminali nell’espletamento delle proprie funzioni.
In sostanza, tutti atti tramite i quali lo Stato tenta di risarcire (pur se in modo molto parziale) e tutelare i cittadini vittime di terrorismo o della criminalità organizzata, oltre che i loro familiari superstiti in caso di morte del soggetto.

Chi sono le vittime del terrorismo:

Per definizione vengono considerate vittime del terrorismo tutti quei cittadini, siano essi italiani, stranieri o apolidi, che vengono uccisi o feriti a seguito di atti terroristici avvenuti nel territorio italiano a decorrere dal 1° gennaio 1961.
Allo stesso modo vengono tutelati i cittadini italiani che vengono uccisi o feriti a seguito di atti terroristici avvenuti nel territorio extranazionale a decorrere dal 1° gennaio 1961. La prima distinzione fondamentale è quindi su base territoriale, tra atti di terrorismo compiuti sul suolo italiano o al di fuori di esso.
Parlando di casi avvenuti nel territorio italiano, alle vittimo del terrorismo sono state equiparate anche tutte le vittime della strage di Ustica e le vittime dei delitti della “banda della Uno bianca”.

Quali benefici e come richiederli

In favore di queste categorie di cittadini vittime di atti di terrorismo sono stati concessi, negli anni, diversi benefici. Che possono essere divisi in benefici economici e non economici. Tra i benefici economici vi sono:

  1. Elargizione speciale nella misura massima di euro 200.000,00
  2. Assegno vitalizio non reversibile esente da IRPEF

Sono molti anche i benefici di carattere non economico previsti dalla legge italiana per le vittime di atti di terrorismo. Diverse amministrazioni pubbliche, tra le quali ministero dell’Interno, ministero della Giustizia e ministero della Difesa, hanno messo in atto normative in favore delle vittime di terrorismo. Questi benefici non economici possono prevedere ad esempio:

  • esenzione dal pagamento del ticket per prestazioni sanitarie
  • agevolazioni in ambito pensionistico
  • collocamento obbligatorio con precedenza e preferenza a parità di titoli
  • riserva di posti per l’assunzione ad ogni livello e qualifica

L’ iter per accedere ai benefici per le vittime di terrorismo è il seguente: qualora si appartenga ad una delle categorie sopra indicate che possono godere di questi benefici, si può procedere ad inoltrare apposita domanda al Prefetto.
È questa figura che si occupa di curare l’istruttoria per l’ottenimento dei benefici e che rilascerà apposita certificazione attestante la condizione di caduto per atti di terrorismo o di criminalità organizzata necessaria ad ottenere i benefici non economici previsti dalla legislazione vigente.

Pubblicato in Focus

Scritto da

Giornalista scomodo - "L'unico dovere di un giornalista è scrivere quello che vede..."

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