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Legge editoria: tra nuovi accordi e proteste

Il Governo nelle persone del Ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, e del Ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ha firmato nella giornata dello scorso 21 Ottobre un decreto con il quale si ridefiniscono le tariffe postali per quello che riguarda la spedizione di prodotti editoriali.
Tale decreto, che nelle scorse settimane aveva già ricevuto il parere favorevole da parte di Paolo Bonaiuti, vale a dire il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Informazione e all’Editoria, consentirà di ottenere tariffe postali compatibili sia con le esigenze degli editori sia con i vincoli generali di bilancio pubblico.
Le nuove tariffe saranno applicabili in via retroattiva a partire dal 1 Settembre 2010.
Ricordiamo che con questo decreto, che è stato accolto in maniera positiva da parte della Fieg, vale a dire la Federazione Italiana Editori Giornali, si pone fine alla delicata questione delle tariffe postali per l`editoria dopo l`accordo che era stato raggiunto qualche tempo fa tra le associazioni degli editori, ed in particolare la Fieg stessa, e le Poste Italiane.

 

Cosa prevede l’accordo sull’editoria:

L’ accordo prevede che le tariffe non siano più agevolate dal sostegno di contributi statali, ma vengano in compenso ridotte rispetto alla tariffa piena. Dalla Fieg quindi hanno espresso grande soddisfazione per questo decreto sottolineando come, benché l’accordo risulti oneroso per la Federazione, sia un compromesso positivo rispetto a quella che era l’ipotesi iniziale della tariffa piena e di conseguenza rappresenti un passaggio molto importante soprattutto in considerazione del momento delicato che il settore sta da tempo attraversando.
“Il decreto – si legge sul sito della Fieg – che recepisce i termini di quell’intesa quadro, è un atto senza oneri per lo Stato, che contribuisce a rasserenare il clima e a consentire agli editori  di mantenere il proprio impegno nella cura e nello sviluppo di un canale di vendita, quello degli abbonamenti, che è essenziale per il settore editoriale.” 

 

La denuncia della Fnsi:

Tra l’altro proprio in queste ore, parlando di editoria e crisi del settore, è arrivata una denuncia autorevole da parte della Fnsi, la Federazione Italiana della Stampa Italiana vale a dire il sindacato nazionale unitario dei giornalisti italiani, tramite una lettera appello inviata ai presidenti di Camera e Senato; all’interno di questa lettera si evidenzia come “Il settore dell’editoria nel nostro paese è investito da una crisi molto pesante, la più grave dall’ultimo dopoguerra. Oltre cento testate, tra quotidiane e periodiche, di idee, cooperative, non profit, di partito, edite e diffuse all’estero e tante aziende dell’emittenza locale sono sull’orlo della chiusura”.
“Una situazione – si legge ancora nella lettera – che si sta preannunciando di una gravità estrema e che potrebbe aprire una prospettiva realistica di quasi 4.500 posti in meno tra giornalisti e lavoratori del settore.”
Malgrado questa situazione così delicata, conclude il comunicato, “dal Governo non sono arrivati messaggi rassicuranti ma solo vaghe promesse di interventi sine die. Se non si vuole la decimazione delle fonti di informazione e un durissimo vulnus al pluralismo dell’informazione qualcuno batta un colpo.”

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Scritto da

Giornalista indipendente, web writer, fondatore e direttore del giornale online La Vera Cronaca e del progetto Professione Scrittura

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