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Docenti: al via il concorso per 11 mila posti

È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il bando del cosiddetto ‘concorsone’per docenti delle scuole pubbliche: si tratta di una notizia piuttosto importante dato che, lo ricordiamo, nella scuola non si indiceva un concorso dal 1999.
Il bando scade il 7 novembre ed i candidati potranno iniziare a inviare le domande a partire dal prossimo 6 ottobre. I concorsi sono indetti su base regionale ed andranno a coprire 11.542 posti e cattedre di personale docente nelle scuole dell’infanzia, primaria, secondaria di I e II grado: 7.351posti saranno occupate dai nuovi docenti a partire dal settembre 2013, le restanti 4.191 posizioni verranno assegnate per l’anno scolastico successivo, il 2014/2015.
Sono ammessi a partecipare al concorso:

  • i docenti che abbiano conseguito, entro quest’anno, almeno un’abilitazione all’insegnamento nella scuola dell’infanzia o primaria o secondaria di I e II grado;

  • i candidati che alla data del 22 giugno 1999 erano già in possesso di un titolo di laurea;

  • per i posti della scuola primaria, i candidati in possesso del titolo di studio comunque conseguito entro l’anno scolastico 2001-2002, ovvero al termine dei corsi quadriennali e quinquennali sperimentali dell’istituto magistrale iniziati entro l’anno scolastico 1997-1998;

  • per i posti della scuola dell’infanzia, i candidati in possesso del titolo di studio comunque conseguito entro l’anno scolastico 2001-2002, al termine dei corsi triennali e quinquennali sperimentali della scuola magistrale, ovvero dei corsi quadriennale o quinquennale sperimentale dell’istituto magistrale, iniziati entro l’anno scolastico 1997-1998.

 

Regole del concorso:

Si potrà concorrere in una sola regione, ma per più classi di concorso, con i necessari requisiti. Per quanto riguarda la prova preselettiva, questa si terrà a dicembre e sarà informatizzata, effettuata al pc in apposite aule informatiche delle scuole e di alcune università; sarà una prova finalizzata ad accertare le capacità logiche, di comprensione del testo, delle competenze digitali e linguistiche in una lingua comunitaria scelta dal candidato tra inglese, francese, tedesco e spagnolo, ed i candidati dovranno rispondere a 50 domande (estratte da una serie di 3.500 quiz pubblici tre settimane prima della prova) a risposta multipla in 50 minuti. Si dovrà rispondere in maniera esatta ad almeno 35 domande.
I candidati che supereranno la preselezione saranno ammessi a sostenere una o più prove nazionali scritte, a gennaio 2013, relative alle discipline oggetto di insegnamento per ciascun posto o classe di concorso; si tratta di una serie di quesiti a risposta aperta per valutare competenze professionali in riferimento alle discipline oggetto di insegnamento.
Chi supererà anche questa prova scritta avrà accesso a quella orale che si svolgerà entro l’estate 2013: si tratta di una prova distinta per ciascun posto o classe di concorso ed avente come oggetto le discipline di insegnamento.

 

Si pesca anche dalle graduatorie:

È importante sottolineare che il numero dei vincitori corrisponderà  al numero dei posti messi in palio e che non verranno alimentate nuove graduatorie: come già spiegato in un precedente approfondimento sul nostro giornale (Scuola: graduatorie e nuove assunzioni, giungla dei docenti), in base al testo unico della scuola risalente al 1994 (e modificato nel 1999), il 50% dei posti a disposizione dovrebbe essere assegnato mediante concorsi per titoli ed esami, il restante 50% attingendo alle graduatorie, una sorta di anticamera dove ad oggi sono parcheggiati circa 200mila precari in attesa.
Proprio in virtù di questo, accanto alle oltre 11mila cattedre che saranno assegnate con il bando appena pubblicato, ne saranno assegnate altrettante attingendo proprio dalle attuali graduatorie; quest’ultimo provvedimento tuttavia non ha lenito il malcontento della categoria e dei sindacati che hanno evidenziato l’inutilità del concorsone poichè, sostengono, essendoci centinaia di migliaia di precari inseriti nelle graduatorie che da anni attendono di essere assunti si poteva attingere direttamente da lì evitando sprechi di denaro e quant’altro.
Questione di punti di vista. E, come sempre, di convenienza.

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Scrittore, giornalista, ricercatore di verità - "Certe verità sono più pronti a dirle i matti che i savi..."

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