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Ticket sanitari: la giungla degli aumenti

Nel 2012 gli italiani spenderanno 140 euro a testa di ticket per farmaci, analisi, visite e pronto soccorso, con una spesa totale di 4,5 miliardi. Dal 2014 arriveranno poi i nuovi ticket e la spesa per la compartecipazione arriverà a 6,6 miliardi. E’ la stima effettuata in un dossier di “QuotidianoSanità” su dati Istat, Agenas, Ministero della Salute e Regioni.
Secondo le stime, potrebbe dunque raggiungere i 4,5 miliardi di euro l’importo del ticket che i cittadini dovranno sborsare nel 2012 per le prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale. A livello procapite ciò si tradurrà in una spesa annua media di circa 140 euro a testa per i 32,4 milioni di italiani non esenti dal ticket.
Ai circa 4 miliardi versati nel 2011 per farmaci, visite mediche, analisi e pronto soccorso, si aggiungeranno infatti gli introiti a regime del “super ticket di 10 euro” sulla specialistica, pari a 834 milioni, che nel 2011 è stato invece applicato solo da agosto e non in tutte le Regioni, per un importo stimato in 381,5 milioni.

 

La mappa regionale degli aumenti dei ticket:

Complessivamente, quindi, nel 2012 si possono ipotizzare i seguenti oneri per il ticket: 1,332 miliardi sui farmaci, spesa 2011 piú tasso inflazione; 3,214 miliardi sulla specialistica e pronto soccorso, spesa 2011, piú totale incassi del super ticket; per un totale di 4,546 miliardi di euro. A livello procapite i ticket su analisi, visite e pronto soccorso nel 2012 costeranno ai non esenti 99 euro a testa, 14 euro in piú rispetto al 2011, mentre quelli sui farmaci dovrebbero restare piú o meno inalterati rispetto al 2011, con un costo medio per i non esenti di circa 41 euro l’anno.
La maglia nera per l’aumento dei ticket sanitari va alla Campania. Le Regioni che, come appena illustrato, hanno applicato il super ticket di 10 euro senza modifiche sono 9 e si tratta di Lazio, Liguria, Calabria, Puglia, Sicilia, Campania, Friuli Venezia Giulia, Marche e Molise. Regioni, molte delle quali gravate da problemi di deficit, che hanno cioè applicato il ticket aggiuntivo di 10 euro. Gli effetti sono stati considerevoli: il ticket massimo è passato in media da 36,15 euro a 46 euro, con punte di 70 euro per alcune prestazioni in Campania.
E’ interessante notare come le Marche avessero tentato la strada della rimodulazione in base al reddito: un tentativo vano dato che la misura non è fu mai accettata dall’ex Governo. E poi c’è invece chi il super ticket di 10 euro non l’ha proprio applicato: Valle d’Aosta e Provincia autonoma di Trento e Bolzano.

 

Esenzioni dai ticket:

Simili provvedimenti durante la crisi di certo generano sconforto nei cittadini non esenti dal ticket e per i quali il ricorso a cure e visite mediche diventerà un vero e proprio salasso. 
Le regioni che infatti hanno rimodulato il ticket in base alle fasce reddituali sono soltanto cinque: Toscana, Emilia Romagna, Umbria, Abruzzo e Veneto e il sistema scelto vede un aumento medio che può variare da 0 a 15 euro a seconda della fascia reddituale, il che vuol dire che un ticket può arrivare anche a 51,15 euro (fino a un massimo di 70 euro per Tac e Rmn). In Veneto il costo aggiuntivo può essere massimo di 10 euro e quindi anche i redditi più alti pagheranno non più di 46,15 euro. In Abruzzo il ticket da 10 euro scatta solo per i redditi superiori a 36.000 euro.
Piove sempre sul bagnato, verrebbe da dire, dato che le nuove regole sanitarie colpiranno più duramente (oltre ai cittadini) le Regioni costantemente alle prese con problemi di deficit. Un vero paradosso.

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Nata a Roma nel 1984. Laureata in Lettere. Blogger e collaboratrice giornalistica

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