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Sanità: taglio da 2,3 miliardi. Cosa cambia per il cittadino

In piena estate a cavallo tra luglio e agosto è passato, dopo che per 4 volte era mancato il numero legale in aula in fase di dibattito (gli onorevoli di questi tempi sono in vacanza e se la passano bene..) il taglio di 2,3 miliardi alla sanità nell’ambito della riduzione dei costi.
Una sforbiciata sostanziale al Servizio Sanitario Nazionale da tempo in crisi e che dovrebbe, nelle intenzioni del governo, servire a rendere più efficiente un sistema vacillante frutto di anni di malagestione.
I cittadini naturalmente già alzano il livello di allerta; perchè malgrado quello che è stato detto, ovvero che l’obiettivo sarà di rendere il sistema più efficiente e contenere gli sprechi, quando si parla di tagli alla fine, a farne le spese sono sempre loro.
Cosa succederà al cittadino qualunque che usufruisce oggi di un servizio sanitario abbastanza importante ma comunque pieno di falle, come tradizione italiana vuole? Una riorganizzazione del sistema sanitario andrà a togliere servizi ai cittadini / pazienti a vantaggio magari del meccanismo privato?
La risposta sembrerebbe scontata; tuttavia andiamo a vedere cosa dovrebbe cambiare con l’entrata in vigore del taglio da 2,3 miliardi alla sanità.

 

 

Quali novità per le strutture ospedaliere:

Acclarati i tagli è ora il momento di riorganizzare il sistema sanitario per quanto riguarda ospedali e ambulatori. Entro la fine del mesi di agosto sarà messo tutto nero su bianco e saranno presentati dal ministero della Sanità i diversi protocolli finalizzati a tagliare gli sprechi.
Si tratta di un giro di vite su visite, analisi ed esami vari; oltre che di eventuali sanzioni per i medici che firmeranno prescrizioni non appropriate. Si va verso una politica di ricoveri sempre più breve per alcune patologie. In sostanza si cercherà di garantire un’uscita facilitata del paziente grazie a trattamenti di day hospital o regime ambulatoriale.

 

Novità su test, visite ed esami:

Novità per quanto riguarda il rimborso su alcuni esami; conterà lo stato di salute del paziente. In sintesi, un test per una patologia sarà gratuito se il paziente è già affetto da quella patologia. Chi non presenta fattori di rischio dovrà pagare. sanit-digitale
Dovrebbe vedere la luce un meccanismo secondo il quale una serie di esami saranno rimborsabili solo se dal primo esame si avranno indicazioni di criticità tali da rendere necessari i successivi accertamenti. In sostanza il rimborso dipenderà dalla condizione di salute del paziente.
Le prescrizioni saranno contingentate anche per esami quali Tac, risonanza magnetica ed ecografie. Vi si potrà ricorrere solo in casi di effettiva necessità e il medico che contravviene a queste indicazione rischia una sanzione.
Stretta anche sugli esami e sulle ecografie per le donne in gravidanza. Accertamenti verranno stabiliti sempre secondo le condizioni del paziente, ovvero della futura mamma e del bambino. Chi vorrà usufruire di test ulteriori, dovrà pagare.

Una scure sulla sanità:

In sostanza una vera e propria mannaia sulla sanità pubblica che riguarderà circa il 15% dele prestazioni che, ad oggi, il Servizio Sanitario Nazionale passa in modo gratuito.
Risparmi che riguarderanno il personale, i ricoveri e la diagnostica. La lista nera è stata già elaborata dai tecnici del ministero della Salute in concomitanza con la Ragioneria Generale dello Stato, la Banca d’Italia, la Consip e l’Aifa (Agenzia italiana del farmaco). Secondo i detrattori, si finirà per offrire notevoli vantaggi alla sanità privata a discapito delle tasche dei cittadini comuni. Vedremo se alla fine, come sempre, pagherà l’utente finale.

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