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Referendum autonomia Lombardia e Veneto: cosa c’è da sapere

Se ne è parlato molto negli ultimi tempi vista la presentazione del progetto avvenuta il 27 giugno alla presenza di diversi sindaci di comuni lombardi. L’autonomia fiscale della Lombardia e del Veneto sembra essere un tema di relativa importanza cui non si sta dando troppo spazio sui giornali.
Forse perché reduci da una stagione leghista, piuttosto lunga, fatta di proclami su scissioni varie e su nascita di fantomatici stati autonomi (chi non ricorda la Padania?); salvo poi finire tutto in una bolla di sapone con l’attuale leader del movimento leghista, Matteo Salvini, che ha riscoperto un amore viscerale per il sud Italia dettato soprattutto da esigenze politiche.
Il tema della autonomia sembrerebbe essere già stati sviscerato negli scorsi decenni; per questo non tira più. Per la verità quella della Lombardia e del Veneto è stata posta come una autonomia in sordina: il comitato nato per promuovere il ‘si’ a questa eventualità si proclama apartitico, anche se i colori utilizzati richiamano molto da vicino quelli della lega (verde e bianco).
Ma nel concreto di cosa si sta parlando? A cosa ci si riferisce quando si nomina il referendum per la autonomia fiscale della Lombarda e del Veneto?

Il referendum consultivo del 22 Ottobre

La data è già stata fissata: il prossimo 22 ottobre 2017. In quell’occasione i cittadini lombardi e veneti saranno chiamati a votare in tema di referendum sull’autonomia. Così è promosso anche sul sito della Regione Lombardia, la quale ha anche lanciato una campagna promozionale su Google, tramite Adwords, per promuovere la parola ‘Referendum per l’autonomia Lombardia’.
Nel concreto si tratta di un referendum consultivo, quindi il cui risultato non sarà vincolante: un referendum consultivo serve infatti per sondare l’opinione dei cittadini e per chiedere il loro parare su un dato evento.
In questo caso ai cittadini lombardi sarà chiesta opinione in merito ad un’eventuale autonomia fiscale della regione. Lo stesso presidente della Regione Lombardia, Maroni, ha firmato lo scorso 29 maggio il decreto di indizione di tale referendum previsto il 22 ottobre con voto elettronico.
Sul sito della Regione Veneto è stato postato un video esplicativo con descritti tutti i pssaggi per il voto. Per cosa di vota nel concreto?

Il testo del referendum sull’autonomia della Lombardia

Il quesito che i cittadini lombardi troveranno sulle schede è il seguente: “Volete voi che la Regione Lombardia, in considerazione della sua specialità, nel quadro dell’unità nazionale, intraprenda le iniziative istituzionali necessarie per richiedere allo Stato l’attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, con le relative risorse, ai sensi e per gli effetti di cui all’articolo 116, terzo comma, della Costituzione e con riferimento a ogni materia legislativa per cui tale procedimento sia ammesso in base all’articolo richiamato?
L’articolo in questione, il 116 della Costituzione, sancisce per le singole regioni la possibilità di ottenere maggiori spazi d’azione in termini di autonomia rispetto alle competenze ordinarie.
In sostanza le regioni possono richiedere forme di particolari autonomia nelle singole materie già di competenza stabilite in sede di conferenza Stato – Regioni; e richiedere finanche maggiore autonomia in alcune materie di competenza esclusiva dello Stato.

Il testo del referendum sull’autonomia in Veneto

Per quanto riguarda i cittadini del Veneto, il testo è molto più stringato e si vota per approvare o respingere il seguente quesito: «Vuoi che alla Regione del Veneto siano attribuite ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia?
Un quesito estremamente stringato al punto chela Corte Costituzionale ha mosso qualche rilevo affermando che mancherebbero nel quesito “precisazioni in merito agli ambiti di ampliamento dell’autonomia regionale su cui si intende interrogare gli elettori”.

In principio fu il Federalismo Fiscale

La richiesta della Lombardia e del Veneto parte da un’esigenza prettamente materiale: i promotori del referendum lamentano che le risorse per i singoli comuni negli ultimi anni sono sempre più limitate. La riduzione è da ascriversi al governo centrale di Roma, che avrebbe sostanzialmente chiuso i rubinetti. Per questo la regione Lombardia e la regione Veneto vorrebbero maggiore autonomia in termini di Fisco e risorse da trattenere. Si fa riferimento al cosiddetto ‘Residuo Fiscale‘.
Un po’ quanto sbandierato per anni con il noto federalismo fiscale: introdotto in Italia con la riforma del titolo V della Costituzione con legge costituzionale n.3 del 2001 ed entrato in vigore successivamente, nel 2009, con l’approvazione della legge n. 42 del 2009 proposta da Calderoli, per molti il federalismo fiscale avrebbe sostanzialmente fallito in quanto avrebbe portato solo ad un aumento delle tasse regionali; e non si sarebbe riusciti ad attuarlo fino in fondo.

Guida al voto sull’autonomia fiscale della Lombardia e del Veneto

I cittadini lombardi chiamati al voto potranno esprimere la propria preferenza indicando semplicemente un si o un no. La grande novità in Lombardia è il voto elettronico: sul sito della Regione Lombardia è presente una guida su come funziona questo voto con dispositivi elettronici.
All’interno delle cabine nei seggi elettorali saranno disponibili dei dispositivi elettronici, dotati di schermo touch screen, che consentiranno agli elettori di esprimere con immediatezza la propria preferenza tra le opzioni: Si, No o Scheda bianca.
Non sono mancate le polemiche sulle spese visto che per questo referendum la regione Lombardia ha acuistato oltre 24mila tablet proprio per consentire tale voto con modalità elettronica. Ci si è chiesto che fine farà il giorno doipo il voto questo esercito di tablet.
Detto che si tratta di un referendum consultivo il cui esito non sarà vincolante, potranno partecipare alla consultazione tutti gli iscritti alle liste elettorali della Lombardia: circa 7 milioni di cittadini. Per il referendum consultivo del 22 ottobre 2017 sull’autonomia fiscale della Lombardia non è previsto alcun quorum, quindi nessun numero minimo di votanti necessario per far si che il referendum sia valido.
Per quanto riguarda il Veneto invece, si voterà con modalità tradizionale: scheda di carta e matita. Qui è, a differenza della Lombardia,  previsto un quorum: il raggiungimento del 50% + 1 dei votanti.

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