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Governo del fare: salgono tasse e disoccupazione

Come volevasi dimostrare. Malgrado promesse e giuramenti, gli ultimi interventi del governo hanno determinato, come prova del grande senso del fare da cui è contraddistinto, nuove maggiorazioni per Irap e addizionale Irpef nelle regioni Lazio, Campania, Molise e Calabria per effetto dei deficit della sanita’.
L’Agenzia delle Entrate, infatti, ha reso noto che per l’anno d’imposta 2010, in queste regioni si applicano le maggiorazioni dell’aliquota dell’imposta regionale sulle attivita’ produttive nella misura di 0,15 punti percentuali e dell’addizionale regionale all’Irpef nella misura di 0,30 punti percentuali, rispetto al livello delle aliquote vigenti.
Inoltre comunica che la maggiorazione avra’ effetto sull’acconto dell’Irap da effettuare a novembre 2010 che dovra’ essere determinato: con il metodo storico, assumendo quale imposta del periodo precedente, quella che si sarebbe determinata applicando l’aliquota d’imposta maggiorata di 0,15 punti percentuali; con il metodo previsionale, assumendo come imposta di riferimento quella determinata applicando al volume della produzione previsto l’aliquota d’imposta maggiorata di 0,15 punti percentuali.

 

Nuova calcolo dell’imposta e incremento Irpef:

Nel comunicato è anche indicato che, dall’importo dovuto su base annuale, calcolato con queste modalita’, andra’ sottratto quanto versato in occasione del primo acconto sul quale la maggiorazione non era applicabile. 
Per quanto riguarda invece l’incremento di 0,30 punti percentuali dell’addizionale regionale IRPEF, precisa che lo stesso produce effetti a regime a partire dal 2011. Per questo motivo, nel 2010 sono interessati dall’aumento solo i lavoratori dipendenti che cessano il rapporto di lavoro in corso d’anno. In relazione a questi ultimi, i datori di lavoro trattengono in sede di conguaglio l’importo dell’addizionale regionale 2010, applicando l’aliquota maggiorata dell’1,70, e quello delle rate residue dell’addizionale regionale 2009, alle quali si applica la previgente aliquota dell’1,40.
A queste notizie che certamente contraddicono quanto sbandierato ai quattro venti dall’attuale governo a proposito della riduzione delle tasse, bisogna aggiungere il fatto che il mancato intervento statale sui gravi drammi che stanno vivendo le fasce giovanili del Paese in cerca di lavoro, ha prodotto un’altra drammatica realtà: il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) a Maggio è salito al 29,2% dal 29,1% di aprile (dato rivisto).

 

Disoccupati e inattivi:

Si tratta del dato più elevato dall’inizio delle serie storiche, ovvero dal 2004. Il tasso di disoccupazione a Maggio é fissato all’8,7%, confermandosi stabile per il terzo mese consecutivo. Il numero degli occupati a Maggio risulta pari a 22 milioni e 870 mila unità, in calo dello 0,2% rispetto ad Aprile (quando era aumentato dello 0,2%) e dell’1,1% rispetto a maggio 2009. In termini assoluti, il calo è rispettivamente di 38 mila unità su aprile e di 262 mila unità su maggio 2009.
Il tasso di occupazione risulta pari al 56,9%, in diminuzione di 0,1 punti percentuali rispetto ad aprile e di 0,8 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Il numero di inattivi di età compresa tra i 15 e i 64 anni a maggio aumenta dello 0,4% rispetto ad aprile, e dello 0,9% rispetto allo stesso periodo del 2009, raggiungendo in valori assoluti il numero di 14 milioni e 877 mila unità.
L’Istat aggiunge, inoltre, che il tasso di inattività risulta perciò pari al 37,7%, con un aumento di 0,2 punti percentuali rispetto sia al mese precedente sia a Maggio 2009. Gli uomini inattivi sono in aumento dello 0,4% tra aprile e maggio 2010 e dello 0,7% su base annua; mentre le donne inattive presentano aumenti rispettivamente pari allo 0,5% e all’1%. Ecco cosa il “governo del fare” sta “facendo” per i cittadini italiani: ridiamoci sopra

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Scritto da

Giornalista indipendente, web writer, fondatore e direttore del giornale online La Vera Cronaca e del progetto Professione Scrittura

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