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Quanto è complesso fare impresa in Italia. Tutte le principali criticità

Fare impresa in Italia non è un’impresa facile: ci si perdoni il gioco di parole oltre che un concetto piuttosto noto e ripetuto spesso. Ma si parla di un fatto ormai acclarato, visto che da sempre, in Italia, le imprese sono chiamate a scontrarsi giorno dopo giorno con una serie di strozzature che ne riducono il livello di competitività rispetto ai competitor stranieri.
Quali sono queste principali criticità? Si parla principalmente di mancanza di credito, tassazione troppo elevata (leggi: perchè in Italia si pagano così tante tasse?) ed incredibile mole di adempimenti burocratici da assolvere. Questo il trittico dei fattori che rendono difficile fare impresa nel nostro paese. Ostacoli che permangono nonostante le varie promesse della politica e di altri entri preposti e che rendono complicato realizzare l’aspirazione a fare impresa che, pure, rimane molto elevata in Italia. Vediamo quali sono i passaggi da fare, aiutandoci con quanto riporta il sito di Portaleimpresa24.it.

Come partire: la partita Iva

Per chi intende avviare un’impresa in Italia, il primo passo da affrontare è quello relativo alla parte burocratica. La cosa migliore da fare in tal senso è chiedere l’aiuto di un commercialista al fine di preparare tutte le pratiche rese necessarie dalla complessa normativa vigente nel nostro Paese.
Partendo naturalmente dall’apertura della partita Iva, obbligatoria per chi percepisce una cifra annuale superiore ai 5mila euro. La domanda per l’attribuzione del codice di 11 cifre che la individua, va inoltrata all’Agenzia delle Entrate, tramite scarico dei moduli necessari sul suo sito e loro compilazione per la dichiarazione di inizio attività.
Il materiale compilato deve essere poi inviato accludendo un documento di riconoscimento, sotto forma di raccomandata con ricevuta di ritorno. Una volta compiuto questo passo occorre scegliere il codice Ateco relativo all’attività che è stata avviata e aprire una posizione previdenziale presso Inps e Inail, per l’assicurazione obbligatoria.

L’iscrizione alla Camera di Commercio

Altro passo fondamentale, nell’ottica di aprire la propria impresa, è l’iscrizione alla Camera di Commercio. Si tratta in sostanza degli enti territoriali cui è affidato il compito di tutelare e promuovere gli interessi delle imprese operanti nel commercio, nell’industria, nell’agricoltura e dell’artigianato. Questo atto è obbligatorio al fine della successiva iscrizione al Registro delle Imprese, considerata l’anagrafe digitale pubblica di tutte le imprese presenti nel Paese.
Se da un lato l’iscrizione è un obbligo stabilito per legge, dall’altro comporta anche vantaggi di non poco conto. Permette infatti di godere di una lunga serie di servizi a partire dal supporto per l’accesso al credito, assolutamente fondamentale per chi si trova agli inizi.

L’importanza del business plan

Se l’apertura della partita Iva e l’iscrizione alla Camera di Commercio sono fondamentali, non di meno lo è il business plan, il piano d’impresa, ovvero il documento che descrive nei dettagli il progetto imprenditoriale, andandosi a focalizzarsi su obiettivi e strategie, punti di forza, opportunità e problematiche relative alla presenza della concorrenza.
Alla funzione di guida per chiunque lavori in azienda, il business plan unisce quella di biglietto da visita verso l’esterno. Ad esempio verso le banche per aiutarle a valutare la possibilità di fare credito all’azienda, o verso potenziali investitori per convincerli a concedere finanziamenti.

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