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Costituzione italiana e massa amorfa

Il presidente della Corte Costituzionale Francesco Amirante, nelle scorse ore, in occasione del tradizionale incontro con la stampa che si ripete ad ogni inizio d’anno, nella sua relazione, non si è risparmiato nel difendere i principi fondamentali che stanno alla base dell’unità e della sopravvivenza stessa della comunità italiana, ponendo l’accento su temi come quello della delegittimazione delle istituzioni che ha insito il rischio di portare un popolo a trasformarsi in una massa amorfa.
Il riferimento, è chiaro, è stato certamente al comportamento di alcuni esponenti della classe politica al potere, che, talvolta in modo estremamente ridicolo, nei tempi scorsi hanno cercato di trasmettere ai cittadini italiani l’esito scontato di alcune sentenze della Consulta, come manifestazioni di tutela di interessi di parte.

I diritti fondamentali della persona umana

Amirante  ha ribadito che rispettare la Corte significa conoscerne e considerarne i tempi, soprattutto per quanto concerne il bilanciamento dei principi e dei diritti fondamentali, di valutazione delle decisioni nello scorrere del tempo, della previsioni dei loro effetti e, quindi, alle cosiddette ricadute, evidenziando in modo chiaro e netto che quando la decisione di legittimità costituzionale ha ad oggetto i principi strutturali della Costituzione e i diritti fondamentali della persona umana, quali sono riconosciuti e garantiti dalla Carta, ed eventualmente il loro bilanciamento, allora i tempi della Corte si diversificano da quelli di altre Istituzioni.

La sovranità appartiene al popolo

Ha invitato ad abbandonare la teoria dell’ ideologia giacobina secondo la quale il popolo, esprimendo la volontà generale, può in ogni momento cambiare tutti i principi e le regole della propria convivenza. Ed ha ricordato a questo proposito che se si considera soprattutto che l’art.1 della Carta Costituzionale nel prevedere che la sovranità appartiene al popolo, non può sfuggire il chiarimento che subito dopo stabilisce che questo la esercita nelle forme e nei limiti della stessa  Costituzione.
Come i lettori ben sanno, ci sono in giro molti personaggi che straparlano in modo dilettantesco di questo argomento, come se il concetto fissato sulla Carta fosse una novità che si presenta per la prima volta.

La Corte Costituzionale può dichiarare illegittima una legge

Ma, continuando con la relazione del presidente Amirante, troviamo in essa altri punti di estremo interesse, come, per esempio, la parte in cui si riafferma che quando una Corte o un Tribunale costituzionale dichiara l’illegittimità di una legge non compie nulla di strano, o peggio di illegittimo, ma emette una decisione che rientra nello svolgimento del principale dei suoi compiti istituzionali.
“Forse la vera bizzarria potrebbe consistere nel meravigliarsene”, ha proseguito nella relazione Amirante, evidenziando come “anche tra i Costituenti, comunisti e liberali, ci fu chi ritenne una bizzarria la sola ipotesi che quindici persone, non elette direttamente dal popolo, potessero porre nel nulla una legge emanata dal Parlamento. Eppure, ci sono ragioni profonde che hanno garantito a tale bizzarria un’esistenza di oltre mezzo secolo, trasferendone la condivisione alla quasi totalità dei Paesi europei e a molti Stati extraeuropei”.

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Scritto da

Giornalista indipendente, web writer, fondatore e direttore del giornale online La Vera Cronaca e del progetto Professione Scrittura

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