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Pesticidi e contaminazione delle acque

“Laudato si’, mi’ Signore, per sor’ acqua, / la quale è molto utile et humile et pretiosa et casta”, recitava San Francesco, prima che la chimica le sferrasse il colpo mortale di cui sappiamo.  Ai giorni nostri, infatti, l’acqua che scorre nel sottosuolo del nostro Paese, così come quella dei fiumi, laghi, torrenti, stagni e paludi risulta piena di elementi derivati dai pesticidi, estremamente pericolosa per la salute delle persone.
Lo dicono tanti studi e nelle scorse ore lo ha confermato il Rapporto ‘Monitoraggio nazionale dei pesticidi nelle acque’, realizzato dall’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), sulla base delle informazioni fornite dalle Regioni e dalle Agenzie regionali e provinciali per la protezione dell’ambiente. Si tratta di funghicidi e insetticidi, ma soprattutto di erbicidi, prodotti tutti usati in agricoltura che, attraverso le piogge, vengono trasportati dal suolo alle acque sotterranee e superficiali.
Solo il settore agricolo, in Italia, fa uso corrente di oltre 300 diverse sostanze, per un quantitativo totale pari a circa 150.000 tonnellate all’anno. Raggiungono il numero di 118 i tipi di pesticidi individuati nelle acque italiane ambientali che, concepiti per combattere gli organismi nocivi, sono potenzialmente pericolosi anche per l’uomo.

 

Monitoraggio delle acque:

La rete ambientale e’ “finalizzata alla salvaguardia degli ecosistemi acquatici, e non al controllo delle acque utilizzate per scopo potabile, tenendo presente che, queste ultime, spesso attingono agli stessi corpi idrici e che, inoltre, l’uomo puo’ essere esposto indirettamente ai contaminanti, ad esempio attraverso la catena alimentare”. “Nel biennio 2007-2008 – si legge ancora nel Rapporto – sono stati valutati 19.201 campioni, provenienti dalle 18 regioni che hanno trasmesso i dati.
Oltre alla copertura del territorio nazionale (tuttora incompleta) permangono sensibili differenze tra le regioni: il monitoraggio risulta, infatti, piu’ efficace al nord mentre al centro-sud e’ spesso limitato a poche sostanze e, pertanto, poco rappresentativo”.
Nel 2008, in particolare, “le indagini hanno riguardato 3.136 punti di campionamento e 9.531 campioni. Rinvenuti residui di pesticidi nel 47,9% dei 1.082 punti di monitoraggio delle acque superficiali, nel 31,7% dei casi con concentrazioni superiori ai limiti delle acque potabili. Nelle acque sotterranee, contaminato il 27% dei 2.054 punti, nel 15,5% dei casi con concentrazioni superiori ai limiti“. Critica appare, come gia’ segnalato nei precedenti rapporti, “la contaminazione da Terbutilazina, utilizzata nella coltura del mais e del sorgo. 

 

Le sostanze rinvenute:

Nelle regioni dove l’uso della sostanza e’ piu’ intenso (Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna), la contaminazione interessa piu’ dell’80% dei siti delle acque superficiali controllati. Da segnalare la presenza diffusa in tutta l’area padano-veneta di Atrazina, residuo di una contaminazione storica, dovuta al forte utilizzo della sostanza nel passato e alla sua elevata persistenza ambientale”.
Dai dati 2008, mostra il documento, “emerge la presenza di alcune sostanze in passato non rinvenute con tale frequenza, in particolare il fungicida carbendazim e gli insetticidi metomil e imidacloprid. La contaminazione e’ stata evidenziata soprattutto in Sicilia, che rispetto agli anni precedenti ha ampliato considerevolmente lo spettro delle sostanze cercate”.
Un discorso “specifico va fatto per il Glifosate, uno degli erbicidi piu’ utilizzato a livello nazionale e monitorato tuttora solo in Lombardia, dove e’ stato trovato nel 77,1% delle acque superficiali controllate; il metabolita Ampa e’ stato rinvenuto nel 88,1% dei punti delle acque superficiali controllate, entrambi quasi sempre con concentrazioni sopra i limiti”.
Nelle acque sono presenti in genere miscele di sostanze: trovati “fino a 15 composti diversi contemporaneamente, sui cui effetti esistono notevoli lacune conoscitive e la cui importanza e’ stata ribadita recentemente anche livello dell’Unione Europea”.

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Giornalista scomodo - "L'unico dovere di un giornalista è scrivere quello che vede..."

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