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Università Statale di Milano: nasce corso di omosessualità

L’accettazione e comprensione dell’omosessualità rappresenta, in modo squisitamente anacronistico, ancora un problema ricorrente nei paesi occidentali, benchè qusti siano liberi da imposizioni religiose e da regimi castranti.
Nelle ultime settimane, tuttavia, sono stati raggiunti importanti traguardi a cominciare dall’abrogazione della legge “Don’t Ask Don’t Tell”, promulgata negli Stati Uniti dall’ex presidente Bill Clinton; questa legge imponeva il silenzio riguardo alle preferenze sessuali a tutte quelle persone che volevano intraprendere una carriera militare, rendendo così l’omosessualità un segreto inconfessabile.
In Italia resta ancora tanto da fare, probabilmente anche per via della diffidenza della Chiesa Cattolica e di alcuni gruppi politici ad essa legati. Si procede per piccoli passi avanti ed altrettanti indietro; basti pensare alla bagarre scaturita dalla legge ‘Dico’ sulle coppie di fatto, che, indipendentemente da idee in proposito e modi di valutare la questione, ha qui scatenato polemiche senza precedenti. I passi avanti sono piccoli, dicevamo, ma non impossibili.

 

 

Il corso di omosessualità dell’ Università Statale di Milano:

La notizia di questi giorni è l’inaugurazione, per le facoltà di Scienze Politiche dell’Università Statale di Milano, di un corso che affronti queste delicate tematiche; il corso prenderà avvio il prossimo 20 Gennaio ed avrà titolo “Omosessualità: un mondo nel mondo”, senza spazio quindi ad eventuali incomprensioni riguardo i temi trattati.
Avrà carattere facoltativo e varrà agli studenti che supereranno l’esame 3 crediti formativi: l ‘invito a partecipare è rivolto a tutti gli iscritti di filosofia, giurisprudenza, sociologia e storia che vorranno prendervi parte e meglio comprendere questa realtà, oggi più che mai presente e condivisa.
Per l’ideatrice e coordinatrice del progetto, Antonella Besussi, il corso, all’avvio del suo primo anno, rappresenta un’importante svolta nella didattica universitaria e nella socialità in genere e darà l’opportunità di approfondire tematiche e questioni su cui si tende, purtroppo, a scivolare. Per ottenere i crediti universitari gli studenti, secondo la formula classica dei laboratori facoltativi, dovranno essere presenti almeno al 80% delle lezioni e produrre, a fine corso, un elaborato in cui si tratti uno dei temi proposti; tutto regolare, quindi, un vero e proprio corso universitario.
I temi trattati sfioreranno le problematiche legali, civili e sociali legate all’omosessualità, basandosi inoltre su uno studio del linguaggio filosofico ad essa riferito.

 

Reazioni contrastanti:

Le reazioni, come ampiamente preventivabile, sono state varie e contrastanti; netta l’opposizione di alcuni gruppi studenteschi, soprattutto legati all’estrema destra ed alla Lega Nord, che etichettano il laboratorio come “fuorviante”. Soddisfatti di contro i collettivi di sinistra che fanno eco al collettivo “Gay Statale Milano”, formatosi proprio negli ultimi anni ma che conta già centinaia di iscritti, dal quale sono partite le prime proposte e idee che hanno in seguito dato vita al corso.
Sicuramente questa notizia è destinata a far ancora parlare nei prossimi giorni; quello che è interessante da rimarcare è il fatto che rappresenti un notevole segnale di apertura per un paese, l’ Italia, in cui quello dell’omosessualità è un problema considerato ancora scomodo.

 

Giulio D’Antona

Pubblicato in Archivio Notizie

Scritto da

La Vera Cronaca, giornale online libero e indipendente

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