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Schede carburante addio: cosa cambia da luglio

L’Italia si appresta a dire definitivamente addio alle schede carburanti che, a partire dal 1 luglio 2018, dovranno essere messe da parte. A stabilirlo è un decreto del Presidente della Repubblica nel quale si può leggere l’obbligo di introduzione della fattura elettronica, con la conseguenza che i titolari di Partita Iva dovranno documentare tutti i loro acquisti di carburante facendo ricorso ad essa.
La riforma riguarda soprattutto i soggetti coinvolti nella commercializzazione e distribuzione del carburante, ed entrerà in vigore giorno 1 luglio 2018, contestualmente all’abolizione della scheda carburante. Si tratta di un provvedimento finalizzato a contrastare le frodi fiscali, poiché in questo modo saranno detraibili ai fini Iva solo i pagamenti tracciabili.

Sopravvalutazione dei costi del carburante

Non solo, il provvedimento del Presidente della Repubblica è finalizzato anche ad evitare la sopravvalutazione dei costi del carburante per le imprese e tutti i lavoratori autonomi, determinando un abbattimento dell’imponibile e quindi un minor versamento delle imposte. Ad oggi era facile frodaer il fisco inserendo cifre gonfiate nelle schede carburante.
Nulla cambia ai fini della detraibilità. Da anni, infatti, il costo del carburante per i mezzi a motore è detraibile, in tutto o in parte, in base alla propria categoria di appartenenza. Così, resta confermata la detraibilità al 100% del costo del carburante per i taxi, all’80% in presenza di vetture a disposizione di agenti di commercio e del 20% in tutte le altre ipotesi di autovetture.
Due, però, sono oggi le condizioni indispensabili per avere una detrazione dei costi: l’emissione di fattura e la tracciabilità dei pagamenti.

Possibile scaricare carburante solo se pagato con carta

Quanto alla fattura elettronica, si tratta di un file contenente tutte le informazioni indispensabili circa gli obblighi di legge e la sua trasmissione al soggetto destinatario. Venendo al pagamento, invece, dovrà avvenire tramite carte di credito, di debito o prepagate, assegni bancari o postali. Ovviamente le carte e gli altri strumenti di pagamento dovranno essere intestate all’azienda che intende godere dello sgravio fiscale.
Per questa ragione, chi non ne fosse in dotazione dovrebbe procedere ad informarsi per trovarsi ben munito alla data di entrata in vigore del decreto. Chiaramente, questo provvedimento non esclude il pagamento in contanti. Ovviamente però, alla luce di questi cambiamenti, chi sceglierà di pagare cash non potrà usufruire di detrazioni fiscali, collocando il carburante acquistato nella propria contabilità.

Detraibilità per riparazioni auto

Cambiamenti sono previsti anche per gli esercenti di impianti di distribuzione del carburante. Per questi soggetti, infatti, la Legge di Bilancio 2018 ha previsto un credito di imposta corrispondente al 50% delle commissioni addebitate per le transazioni effettuate.
Il credito di imposta, però, potrà essere utilizzato solo per compensazione facendo ricorso al modello F24.
Infine, pare che le nuove regole riguarderanno anche l’acquisto di lubrificanti, nonché la riparazione dell’auto, la custodia e la sua riparazione e tutti i servizi legati ad un contratto di locazione finanziaria o noleggio auto.

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