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Italia e corruzione: i partiti occupano lo Stato

In un precedente articolo dei giorni scorsi ci eravamo soffermati sulla descrizione dei record acquisiti dal nostro Paese in tema di corruzione e di come tali record fossero ancora in forte ascesa.
A conferma di quanto ormai questo bubbone abbia appestato totalmente la nostra società e di come i cittadini si sentano impotenti rispetto ad un possibile cambiamento, ci hanno pensato le cronache dei giornali del 10 febbraio 2010 sparando a grossi titoli il caso dello scandalo inerente il G8 alla Maddalena in cui sono coinvolti i vertici della burocrazia della nostra Protezione civile alcuni dei quali  sono stati arrestati insieme a degli imprenditori, non mancando i soliti moltissimi indagati cui vengono rivolti addebiti di natura penale non di poco conto.
La corruzione, insomma sembra imperare sovrana, ben conscia del fatto che la politica del nostro Paese, piuttosto che evidenziare e reprimere i reati, preferisce combattere chi i reati li smaschera portando chi li commette a risponderne nelle aule dei tribunali.
Ciò accade mentre in altre parti degli stessi giornali a titoli accesi si descrivono i dati catastrofici della produzione industriale italiana scesa nel 2009 del 17,5%, insieme a quelli dell’ulteriore impoverimento delle famiglie italiane negli ultimi tre anni del 4% del loro reddito.
Ciò accade mentre la dirigenza nazionale è impegnata con piena energia a portare avanti una delle vergogne più ignobili che si siano mai viste: il permesso di soggiorno a punti. Domanda: com’è potuto accadere un arretramento morale e culturale così vistoso?

 

L’intervista di Scalfari a Enrico Berlinguer del 1981:

A questo proposito siamo andati a rileggerci la storica intervista ad Enrico Berlinguer realizzata da Eugenio Scalfari e pubblicata su Repubblica nel 1981, ed in essa, anche per i nostri lettori, abbiamo trovato delle risposte di estrema attualità. Dice Berlinguer:

I partiti hanno occupato lo Stato e tutte le sue istituzioni,a partire dal governo. Hanno occupato gli enti locali, gli enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, la Rai TV, alcuni grandi giornali. Per esempio, oggi c’è il pericolo che il maggior quotidiano italiano, il Corriere della Sera, cada in mano di questo o quel partito o di una sua corrente, ma noi impediremo che un grande organo di stampa come il Corriere faccia una così brutta fine. Insomma, tutto è già lottizzato e spartito o si vorrebbe lottizzare e spartire. scalfari-e-berlinguer
E il risultato è drammatico. Tutte le operazioni che le diverse istituzioni e i loro attuali dirigenti sono chiamati a compiere vengono viste prevalentemente in funzione dell’interesse del partito o della corrente o del clan cui si deve la carica. Un credito bancario viene concesso se è utile a questo fine, se procura vantaggi e rapporti di clientela; un’autorizzazione amministrativa viene data, un appalto viene aggiudicato, una cattedra viene assegnata, un’attrezzatura di laboratorio viene finanziata, se i beneficiari fanno atto di fedeltà al partito che procura quei vantaggi, anche quando si tratta soltanto di riconoscimenti dovuti “.

 

Come evitare che i partiti occupino lo Stato:

E poi continua Berlinguer: “Dunque: primo, noi vogliamo che i partiti cessino di occupare lo Stato. I partiti debbono, come dice la nostra Costituzione, concorrere alla formazione della volontà politica della nazione; e ciò possono farlo non occupando pezzi sempre più larghi di Stato, sempre più numerosi centri di potere in ogni campo, ma interpretando le grandi correnti di opinione, organizzando le aspirazioni del popolo, controllando democraticamente l’operato delle istituzioni“.
Come sappiamo, l’idea di quest’uomo profondamente onesto sarebbe uscita perdente dallo scontro con le forze ostili presenti in grande numero anche in seno al suo stesso partito, e si sarebbe arrivati alla sconfortante realtà dell’Italia di oggi.

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Scritto da

Giornalista indipendente, web writer, fondatore e direttore del giornale online La Vera Cronaca e del progetto Professione Scrittura

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