Già da diversi anni il Cbd è diventato un tema presente nel dibattito politico italiano con prese di posizione opposte. Si parla del Cannabidiolo, una delle sostanze presenti in modo naturale nella pianta della cannabis: la sua peculiarità è quella di non generare effetti psicotropi, quindi non ha nulla a che fare con chi usa la cannabis per ricercare lo sballo, proprio perché interamente naturale.
Anno dopo anno attorno a questa sostanza si sono accese le attenzioni della comunità medica e scientifica, al punto che oggi il Cannabidiolo trova ampio ricorso in ambito curativo oltre che come integratore alimentare. Come diretta conseguenza ne è nato un mercato enorme che sta esplodendo, ed oggi i prodotti a base di Cbd coprono tanti campi di applicazione.
In questo articolo parliamo di:
Perché il Cbd trova ricorso in ambito medico?
La differenziazione che si evidenziava sopra è fondamentale: a differenza di altre sostanze presenti nella cannabis, come ad esempio il Thc (tetraidrocannabinolo) che un componente chimico in grado di provocare gli effetti inebrianti della cannabis, il Cbd ha caratteristiche più curative. Ed oggi sono molti coloro i quali lo utilizzano alla stregua di un integratore alimentare anche in ambito sportivo, dopo che è stato usato molto anche in campo cosmetico.
In particolare il riferimento è alle Proteine Cbd, impiegate soprattutto per supportare il proprio organismo nell’obiettivo di recuperare fisicamente energie. Questo partendo dall’utilizzo che, negli anni, è stato fatto del Cbd, ovvero come palliativo per i dolori cronici.
Regolamentazione italiana della cannabis per uso medico
Come riporta il sito del Ministero della Salute, dal 2006 in Italia i medici possono prescrivere “preparazioni magistrali, da allestire da parte del farmacista in farmacia, utilizzando Dronabinol o sostanza attiva vegetale a base di cannabis ad uso medico, cioè la sostanza attiva che si ottiene dalle infiorescenze della cannabis coltivata dietro autorizzazione di un Organismo nazionale per la cannabis”.
Inoltre, si legge sempre sul sito del Ministero, “dal 2013 in Italia è anche prescrivibile dai neurologi un prodotto registrato come medicinale a base di estratti di cannabis per ridurre gli spasmi dolorosi nella sclerosi multipla (SativexR)”.
Proprio partendo da questo uso e da tale riconoscimento, il mercato si è espanso comprendendo al proprio interno anche la presenza di integratori alimentare da aggiungere ad una dieta equilibrata; sempre, ovviamente, dietro consiglio di un medico o di un professionista senza mai fare in autonomia.