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Coronavirus: quali sono i sintomi da tenere d’occhio

Coronavirus

È inevitabilmente l’argomento di discussione più presente, da mesi, nella vita quotidiana, sui giornali ed in televisione; con l’arrivo della stagione fredda è tornato ad abbattersi minacciosamente in Italia ed in tutto il mondo (come era prevedibile).
Il Coronavirus si sta diffondendo sempre più ed è un nemico che è bene imparare a conoscere per poter fronteggiare al meglio: a questo riguardo riportiamo alcune domande e le risposte del ministero della Salute (http://www.salute.gov.it/portale/p5_1_2.jsp?lingua=italiano&id=234) proprio in materia di Covid19, per capire quali sono i sintomi, come riconoscerlo, come comportarsi e quando allarmarsi.

Quali sono i sintomi del Covid 19?

I sintomi di Covid-19 variano a seconda della gravità della malattia, dall’assenza di sintomi (essere asintomatici) a presentare febbre, tosse, mal di gola, mal di testa, naso che cola, debolezza, affaticamento e dolore muscolare e nei casi più gravi, polmonite, insufficienza respiratoria, sepsi e shock settico, che potenzialmente portano alla morte. C’è chi è asintomatico e chi presenta tutti questi segnali; in linea generale i sintomi più comuni del Covid-19, quelli maggiormente riscontrati in persone positive, sono i seguenti:

  • febbre ≥ 37,5°C e brividi
  • tosse di recente comparsa
  • difficoltà respiratorie
  • perdita improvvisa dell’olfatto (anosmia) o diminuzione dell’olfatto (iposmia), perdita del gusto (ageusia) o alterazione del gusto (disgeusia)
  • naso che cola
  • mal di gola
  • diarrea (soprattutto nei bambini).

Alcune persone sono più a rischio di altre?

Ovviamente si: in particolare soggetti anziani di età superiore ai 70 anni o persone con patologie pregresse, quali ipertensione arteriosa, problemi cardiaci, diabete, malattie respiratorie croniche, cancro e i pazienti immunodepressi (per patologia congenita o acquisita, trapiantati o in trattamento con farmaci immunosoppressori), sono più a rischio di sviluppare forme gravi di Coronavirus.

Bambini: quanto rischiano e qual è il ruolo nella trasmissione del Coronavirus?

I bambini, dai numeri di questi mesi, rappresentano una percentuale molto bassa dei casi Covid-19: si parla di circa l’1% di tutti i casi. Malgrado il fatto che presentino la medesima probabilità degli adulti di essere contagiati, hanno un rischio molto inferiore rispetto agli adulti di sviluppare sintomi o forme gravi di malattia.

In caso di sintomi o dubbi cosa si deve fare?

In caso di presenza di sintomi o dubbio di aver contratto la malattia, è bene rimanere in casa, non recarsi al pronto soccorso o presso gli studi medici ma chiamare al telefono il medico di famiglia, il pediatra o la guardia medica. Oppure il numero verde regionale (http://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioContenutiNuovoCoronavirus.jsp?lingua=italiano&id=5364&area=nuovoCoronavirus&menu=vuoto) o il numero di pubblica utilità 1500.

Quando una persona può ritenersi contagiosa?

Il rischio di essere contagioso può iniziare uno o due giorni prima della comparsa dei sintomi, ma è probabile che le persone siano più contagiose durante il periodo sintomatico, anche se i sintomi sono lievi e molto aspecifici. Si stima che il periodo infettivo duri mediamente 7-12 giorni nei casi moderati e in media fino a due settimane nei casi gravi.

Matteo Vespasiani

Giornalista scomodo - "L'unico dovere di un giornalista è scrivere quello che vede..."

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