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Sclerosi Multipla e Staminali: si può finalmente guarire?

Sclerosi Multipla cura Staminali:

Sono in aumento i casi di Sclerosi Multipla. Solo in Italia si registrano ogni anno duemila nuovi episodi che colpiscono le donne e i giovani al di sotto dei 40 anni di età e l’incidenza della malattia negli ultimi cinque anni ha fatto registrare un aumento del 9,5%.
Le cause sono ancora sconosciute, non c’è al momento una cura definitiva per debellare la malattia ma si punta sulla ricerca. È anche vero che le restrizioni di budget a cui sono sottoposte le aziende sanitarie, limitano l’accesso di molti pazienti ai farmaci innovativi e costosi studiati proprio per migliorare queste patologie neurodegenerative.
In passato avevamo parlato di alcuni studi portati avanti per tentare di trovare una cura per la sclerosi multipla, come il Metodo Zamboni. Ma ad oggi purtroppo un rimedio efficace ancora non esiste.
La sclerosi multipla è una malattia del sistema nervoso centrale che colpisce le cellule nervose rendendo difficoltosa la comunicazione tra cervello e midollo spinale. Le cellule nervose trasmettono segnali elettrici attraverso fibre chiamate assioni ricoperti da una sostanza isolante, la mielina. Nella malattia le difese immunitarie del paziente attaccano e distruggono questa guaina, bloccando o rallentando gli impulsi che vanno dal sistema nervoso centrale agli altri organi e viceversa.

Il progetto Mesems

I dati finora raccolti infatti, suggeriscono che il trattamento a base di cellule mesenchimali (cellule mature con la capacità di auto rinnovarsi e differenziarsi in cellule specifiche) per la cura della sclerosi multipla testata sull’uomo è al momento privo di effetti collaterali e sicuro, reso possibile grazie al progetto internazionale “Mesems” coordinato dal neurologo dell’Università di Genova Antonio Uccelli.
I dati sono stati presentati a Boston al congresso mondiale sulla Sclerosi multipla alla presenza di medici, ricercatori, rappresentanti delle organizzazioni di malati e famiglie e aziende farmaceutiche.
Il progetto, che coinvolge ricercatori di nove nazioni – Italia, Spagna, Francia, Inghilterra, Svezia, Danimarca, Svizzera, Canada e Austria – è il primo studio internazionale di fase due effettuato in doppio cieco e impegnato a sperimentare la sicurezza di un trattamento con cellule staminali mesenchimali su pazienti con sclerosi multipla.

I pazienti trattati con il metodo

Sono 81 i pazienti fino a ora trattati: il 50% dei 160 pazienti è previsto dal trial, di questi 73 (pari al 90% del totale dei malati e avviati al trattamento in cieco) hanno ricevuto una iniezione con mesenchimali oppure di placebo mentre 51 (pari al 63%) hanno ricevuto entrambe le iniezioni e 27 (33 % del personale reclutato) hanno concluso lo studio.
Sugli 81 pazienti reclutati – conferma il Dottor Uccelli – “Sono 28 gli italiani, dei quali una decina ha completato lo studio”. Di queste persone al momento nessuno ha subito effetti collaterali gravi, tranne un solo paziente che ha avuto un peggioramento ed è poi risultato essere stato trattato con placebo. Ovviamente è necessaria prudenza per avere sicurezza e testare l’efficacia della terapia. Bisognerà attendere la fine dello studio nel 2016.

Staminali: funzione neuroriparatrice?

Certamente però – continua Antonio Uccelli – gli studi preliminari su modelli animali ci fanno ritenere senza ombra di dubbio che le staminali mesenchimali possono bloccare l’infiammazione del sistema nervoso centrale e probabilmente riescono anche a proteggere i tessuti nervosi, addirittura riparandoli laddove però il danno sia lieve”, è tuttavia azzardato dare conclusioni definitive”.
L’auspicio è che nel 2016 i dati confermino l’efficacia della terapia per poter arrivare al passo successivo che prevede uno studio più grande di fase 3 capace di dimostrare la funzione neuroriparatrice delle staminali. Il comitato etico di Genova per ora, ha approvato l’estensione del progetto per altri due anni che si chiamerà Memes Plus e che sarà importante per verificarla sicurezza del trattamento a lungo termine.

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Scritto da

Calabrese, testarda e con la passione per il giornalismo.

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