Resta senza lavoro e si impicca:
A metà Dicembre tuttavia il ragazzo, il cui nome per volere dei genitori è stato mantenuto riservato, riceve una lettera di preavviso di risoluzione del rapporto da parte dei vertici della società nella quale si legge che deve andarsene a causa di un esubero del personale.
Il ragazzo entra naturalmente in un vortice di disperazione preoccupato soprattutto, come hanno raccontato i genitori, per quelle rate della macchina e della tv che deve ancora estinguere e che ora non sa come onorare; pochi giorni e poi il gesto estremo che lo porta scegliere la strada del suicidio.
A trovare il suo corpo senza vita all’interno del garage di famiglia, impiccato al soppalco del magazzino con una corda, è stata la madre stessa. «Non aveva problemi, andava tutto bene. Fino a quando non l’hanno licenziato» sono state alcune delle parole pronunciate da parte dei genitori del ragazzo, la cui storia sembra essere comune a molti giovani e meno giovani.
Stretti dalla morsa della crisi (che qualcuno ci racconta non esserci) e della disoccupazione sono sempre più coloro i quali perdono il lavoro e si ritrovano dall’ oggi al domani in mezzo ad una strada; per alcuni di loro, il gesto del suicidio non è poi una ipotesi così remota e spesso purtroppo si sceglie anche di attuarlo.
Il tutto nell’ indifferenza ed incapacità di una classe politica intenta soltanto, come dimostrano gli ultimi avvenimenti di cronaca, ad accaparrarsi poltrone e piazzare nei posti di comando, ben retribuiti, parenti, amici, ed amici degli amici. Storie come quella accaduta a Cagliari, con protagonisti portati al suicidio da una società sorda ed incapace, non sono una novità e, ne siamo certi, continueranno purtroppo ad accadere; chissà se l’eco di quanto accaduto al giovane arriverà nei luoghi dove i nostri politici stanno trascorrendo le loro meritate vacanze.