Massimo D’ Azeglio e l’idea di Italia unita:
E’ l’idea di un Paese che sta cercando ancora con affanno la strada di una piena democrazia, secondo le linee prefissate dalla Carta Costituzionale. Quasi un’ Italia simile a quella descritta in tempi lontanissimi da Massimo D’Azeglio (1798-1866), nel suo libro “I miei ricordi”, in cui, tra l’altro, scriveva:
“I più pericolosi nemici d’ Italia non sono gli Austriaci, sono gl’ Italiani. E perchè? Per la ragione che gl’ Italiani hanno voluto fare un’ Italia nuova e loro rimanere gl’ Italiani vecchi di prima, colle dappocaggini e le miserie morali che furono ab antico il loro retaggio; perchè pensano a riformare l’ Italia, e nessuno s’accorge che per riuscirvi bisogna prima riformare se stesso.
Perchè l’ Italia, come tutti i popoli, non potrà divenire nazione, non potrà essere ordinata, ben amministrata, forte così contro lo straniero, come contro i settari dell’interno, libera e di propria ragione, finchè grandi e piccoli e mezzani, ognuno nella sua sfera, non faccia il suo dovere e non lo faccia bene, od almeno al meglio che può….E purtroppo si va ogni giorno verso il polo opposto: purtroppo s’è fatta l’ Italia, ma non si fanno gl’ Italiani”.
I valori dell’ Unità di Italia:
La realtà odierna è, per fortuna, diversa: anche se alcuni ritengono vantaggioso per fini di potere dileggiare anche il tricolore ed insieme ad esso ogni altra cosa o simbolo che richiami i cittadini italiani alla coesione e all’unità , moltissimi si stanno intanto interrogando sul cammino già fatto e sugli errori commessi, per trovare le vie giuste da intraprendere per giungere al più presto a quei traguardi di progresso civile e culturale cui aspirano.
I casi di uomini come Brancher che imperversano attualmente in alcuni gangli vitali della società , nutrendosi di opportunità egoistiche e settarie non vengono visti come pericoli reali come potrebbe essere, per esempio, una legge contro la libertà di stampa.
Meno che mai coloro che inventano etnie e territori inesistenti quali quelli definiti “padani”, la cui liberazione dal giogo austriaco ebbe costi enormi per gli abitanti dell’intera penisola: nel 1917, durante il processo di riconquista del suolo italiano (soprattutto veneto), erano stati chiamati alle armi addirittura i ragazzini della classe 1899.
Ciò conferma che l’unità d’Italia porta con sè valori e riferimenti inossidabili: si pensi ai due fratelli (nativi di Venezia) Bandiera, Attilio ed Emilio, che con serenità e gioia s’immolarono giovanissimi (34 anni l’uno, 25 l’altro) per concorrere agli ideali di libertà e progresso espressi dalle idee mazziniane.
Mentre insieme ad altri compagni venivano condotti al vallo di Rovito per essere fucilati, tutti insieme cantavano il coro della “Donna Caritea”: <Chi per la patria muor / vissuto è assai !>. E mentre li fucilavano il loro urlo finale fu: “Viva l’Italia”. Certamente non l’Italia dei Brancher.