Notizie false sui giornali:
Intanto anche Il Giornale di Sallusti usa la “clamorosa” notizia per delegittimare i magistrati che avrebbero compiuto “l’ennesima falla investigativa”(18/05) negando l’acquisizione del filmato.
Qualunque lettore, in un paese normale (non il nostro, quindi), facendosi un po’ di giri e sfogliando i principali quotidiani, avrebbe subito pensato all’insabbiamento giudiziario, alla giustizia collusa, queste toghe sporche… ma visto che nel nostro paese le notizie false circolano sui giornali come il pane quotidiano, nessuno si è messo le mani nei capelli. Come a dire: dopo vent’anni ci abbiamo fatto l’abitudine.
Dopo due giorni la scientifica chiarisce che l’oggetto rosso nel video non è la famigerata agenda rossa di Borsellino, bensì un semplicissimo parasole e che il video non venne messo agli atti perché irrilevante. Coloro che avevano gridato allo scoop, ça va sans dire, minimizzano il falso con minuscoli trafiletti dai titoli esilaranti come “Agenda rossa, i dubbi della scientifica: forse era un parasole” (Repubblica 22/05) o “Ma quale agenda rossa, era un parasole. Si sgonfia lo scoop di Repubblica” (Il Giornale 22/05). Insomma, un depistaggio bello e buono? Si chiederebbe il lettore. No, dai ragazzi non esageriamo. Rispondono i giornali.
Processo sulla trattativa Stato – Mafia:
Il bello, anzi il brutto, è che tutto questo miserevole spettacolino avviene qualche giorno prima che inizi il processo sulla trattativa Stato – Mafia (27 maggio a Caltanissetta) che ha visto rinviati a giudizio, oltre agli uomini d’onore, anche l’ex ministro dell’Interno Nicola Mancino, l’ex senatore Marcello Dell’Utri (già conosciuto dalla procura palermitana), l’ex democristiano Calogero Mannino, e i due ufficiali del Ros che incontrarono Ciancimino: Mario Mori e Giuseppe De Donno.
La speranza è che alcuni pseudo-giornalisti, che continuano a parlare di “processo sul nulla” o di “trattativa mai esistita”, ed alcuni altri occupanti di poltrone, che da vent’anni delegittimano i magistrati che indagano sulle stragi salvo poi sedersi nelle prime file in occasione delle commemorazioni di queste, non si imbattano in affermazioni spiacevoli e lascino lavorare i giudici di Palermo che davent’anni tentano di giungere ad una verità scomoda e che, probabilmente, fa paura a qualcuno.
Ma di questa ne abbiamo troppo bisogno per riscrivere la storia del nostro tormentato paese e per rendere giustizia ai familiari di coloro che hanno sacrificato la vita per difendere lo Stato.
Giacomo Salvini