Cronaca della protesta sotto la Rai:
L’ appuntamento era stato fissato per le 18 sotto la sede Rai della Capitale, mentre in contemporanea anche in altre città italiane si teneva lo stesso tipo di manifestazione; a guidare la protesta una delegazione del gruppo, non foltissima a dire il vero ma comunque convinta e tenace, che distribuiva volantini su quanto accaduto ed esponeva un grosso striscione dall’indubbio significato “Prescrizione non è assoluzione”.
I cancelli della Rai avevano già chiuso da un po’, qualcuno si chiedeva se effettivamente all’interno dell’edificio avrebbero dato peso alla protesta ma l’importante era comunque proseguire. Tra nuovi arrivati che via via si aggiungevano e lo sguardo curioso dei passanti abbiamo avvicinato la responsabile del movimento “La dignità dei giornalisti e il rispetto dei cittadini”, Arianna Ciccone, la quale ci ha rilascito qualche battuta.
“Sono la responsabile del gruppo che ha superato oramai i 200.000 iscritti ed oggi siamo venuti con le nostre delegazioni qui a Roma e sotto le altre sedi Rai di Italia. Ciò che chiediamo è di avere una risposta da parte dei vertici Rai rispetto alla nostra richiesta di rettifica di una notizia sbagliata data in riferimento al noto caso Mills.”
Una lettera firmata da 200 mila cittadini:
La speranza di una rettifica da parte del direttore del Tg1 sembra tuttavia improbabile, come la stessa Arianna Ciccone tiene a sottolineare: “Il punto non è più nemmeno quello, ma casomai tentare di capire come mai i vertici Rai non sentano l’esigenza di rispondere ad una lettera più volte inoltrata da 200.000 cittadini. Abbiamo anche chiamato più volte per essere ricevuti ed avere una risposta ma in cambio ci è stata data soltanto l’indifferenza totale.”
Nessuno infatti all’interno della Rai ha ancora dato peso a questa forma di protesta spontanea che ha raccolto moltissimi cittadini e questo sembra essere il nuovo punto cruciale della loro manifestazione, insieme ad una richiesta di un servizio pubblico di informazione che sia tale ed agisca in maniera consona ed indipendente. Le chiediamo cosa sperano di ottenere con questa ulteriore azione dimostrativa e ci conferma quanto detto:
“Speriamo di riuscire ad ottenere quantomeno una risposta su quanto avvenuto – afferma ancora Arianna Ciccone – anche perché ad una rettifica non crediamo più; oramai la nostra è una battaglia simbolica in nome di un’ informazione pubblica corretta. Quello che chiediamo quindi è di avere almeno una risposta anche perché oltre 200.000 cittadini iscritti al nostro gruppo la stanno aspettando da tempo e francamente ritengo che la meritino.”