Le categorie lavorative più penalizzate:
In particolare sul fronte lavoro sono “molto” o “abbastanza” preoccupati per la situazione del mercato del lavoro il 94% degli intervistati, con un balzo di 2 punti rispetto a febbraio. Il “picco” lo toccano con il 98% sia i disoccupati che i dirigenti e i liberi professionisti.
Seguono poi con il 96% insegnanti e impiegati e con il 92% i lavoratori dipendenti con qualifiche meno elevate. La sicurezza del posto di lavoro, in ogni caso, preoccupa 6 italiani su 10. In aumento i “molto preoccupati” dal 18% di ottobre al 28%, in lieve diminuzione gli “abbastanza” preoccupati che dal 33% si attestano ora al 31%. Quelli che non si preoccupano sono complessivamente il 41% del campione.
Ad essere molto preoccupati sono di piu’ le donne, i 18 – 34enni, i possessori di titoli di studio poco elevati, i lavoratori dipendenti con basse qualifiche. Ed e’ esponenziale la crescita della preoccupazione per il proprio posto di lavoro nel Sud, che sale dal 21% di ottobre al 36% attuale. Resta, inoltre, sostanzialmente costante da febbraio la quota di famiglie coinvolte nella perdita del lavoro (18% rispetto al 19% precedente) mentre migliora il dato che si riferisce alla cassa integrazione (dal 17% al 14%).
Contemporaneamente, continuano ad ingrandire il proprio serbatoio di ricchezza le fasce alte della popolazione, cui la crisi in atto ha creato nuove opportunità di sfruttare gli affari derivanti dall’impoverimento generale. Senza chiaramente essere minimamente toccati dalla manovra, costituendo la solida base di sostegno all’attuale vertice politico che non va scontentato.