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I senza dimora che dormono nelle stazioni

Sono circa 400 le persone senza fissa dimora che ogni notte trovano riparo per dormire nelle stazioni ferroviarie di Roma: lo speciale conteggio è stato realizzato per la prima volta la sera del 18 Ottobre dall’Osservatorio Nazionale sul Disagio nelle Stazioni (Onds), nell’ambito di un progetto svolto nel corso dell’anno chiamato “Help Center Mobile” (HCM).
Si tratta di un’iniziativa finanziata dalla Regione Lazio con lo scopo di mappare il disagio presente nelle stazioni ferroviarie al fine di orientare gli utenti intercettati verso le strutture locali di riferimento, attraverso specifiche azioni di segretariato sociale. Il tour ha preso idealmente il via da piazza dell’Immacolata a San Lorenzo, dove si stava svolgendo la Notte dei senza fissa dimora.
“Fare questo tipo di monitoraggio serve a fornire una consapevolezza immediata del fenomeno -ha spiegato Alessandro Radicchi, direttore dell’Onds- siamo partiti da San Lorenzo alle 21 e abbiamo girato fino alla mattina; nel freddo della notte ci siamo resi conto che i posti più caldi erano le stazioni, dove ci sono spazi comodi, puliti e presidiati. La motivazione per cui le persone senza dimora scelgono le stazioni è perché evidentemente nella città non esistono soluzioni alternative dignitose”.

 

Chi deve farsi carico del problema nelle stazioni?

Il gruppo delle Ferrovie dello Stato tuttavia, non può farsi carico da solo di un problema così grande che, tra l’altro, non rientra nei compiti specifici dell’azienda quale ad esempio far arrivare i treni puntuali. “Sono piuttosto necessarie sinergie a tutti i livelli – ha proseguito Radicchi – per uscire da queste gravi situazioni di violazione dei diritti ed è quello che l’Onds sta tentando di fare da anni”.
Il progetto ha infatti monitorato nel corso dell’anno circa 80 stazioni del Lazio, registrando situazioni di disagio variabili a seconda della zona mappata. I dati hanno lasciato emergere situazioni di particolare problematicità nelle stazioni di Roma Tiburtina, Roma Tuscolana e Roma Ostiense, oltre all’Aeroporto di Fiumicino e alla stazione Termini, dove già da anni opera il presidio fisso dell’Help Center.
Nell’ambito dell’ iniziativa del 18 Ottobre, con l’operazione denominata “One night count – In una sola notte”, sei operatori del Polo Sociale Roma Termini accompagnati dal direttore Onds e da un antropologo dell’ INMP (Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e per il contrasto delle malattie della povertà) San Gallicano hanno monitorato con tre unità mobili 42 stazioni della capitale, confermando le tendenze dei dati della ricerca svolta durante l’anno.
In una sola notte sono state individuate in totale 393 persone senza fissa dimora, sia negli spazi interni che nel perimetro delle stazioni e localizzate, nello specifico, presso: Aurelia 1, Capannelle 2, Torricola 2, Trastevere 4, Tuscolana 5, San Pietro 11, Fiumicino Aeroporto 39, Tiburtina 40, Termini 140, Ostiense, 148.

 

Le situazioni critiche delle stazioni Termini e Ostiense:

“La situazione di Termini la conosciamo bene ed a parte le persone contate all’interno sulle quali stiamo lavorando da mesi per trovare delle soluzioni dignitose in sinergia con Protezione Aziendale di FS e con la SOS del Comune di Roma, quello di cui rimaniamo sempre più sorpresi è il costante aumento di persone straniere, che si concentrano a dormire all’esterno su piazza dei Cinquecento, via Giolitti e via Marsala”.
Sempre durante la notte del 18 Ottobre ne sono state infatti contate più di cento, di cui la maggior parte richiedenti asilo o rifugiati: “persone quindi che per la convenzione di Ginevra avrebbero diritto a un’assistenza – spiega ancora Alessandro Radicchi – ma a Roma i centri sono stracolmi, le liste d’attesa ormai superano i sei mesi e le stazioni non sono certo il miglior luogo per accoglierli dignitosamente. Bisognerebbe allora ragionare su soluzioni alternative”.
A preoccupare è in particolare anche la situazione della stazione Ostiense, presso cui la nostra redazione aveva svolto un reportage nel mese di Agosto che certificava le condizioni di profondo degrado in cui sono costretti a vivere i profughi afghani a causa della mancanza di un presidio fisso di assistenza e di accoglienza (Nuovi profughi afghani nel degrado di Ostiense).
“Anche qui le persone che nella notte tra il 17 ed il 18 Ottobre hanno dormito nell’area erano circa 150. In questo caso la maggior parte di loro era concentrata in un piccolo spazio, tra il binario 24 e 25 – continua Radicchi – soprattutto ragazzi afgani, di cui molti minori. Come è possibile che una città come Roma permetta una cosa del genere? Il 25 Ottobre proprio nella capitale sarà dato avvio al lavoro per la costruzione del nuovo piano regolatore sociale in un ottica partecipata con i cittadini e le organizzazioni umanitarie della capitale, perchè forse è arrivato il momento di porsi seriamente il problema e tentare di trovare assieme una soluzione condivisa”.

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Nata a Roma nel 1984. Laureata in Lettere. Blogger e collaboratrice giornalistica

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